An Tagen wie diesen, wünscht man sich Unendlichkeit. An Tagen wie diesen, haben wir noch ewig Zeit

- Tobias e Molly -

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    Il tanto agognato weekend era finalmente arrivato. Tobias non doveva lavorare da venerdì fino a metà lunedì, aveva finalmente il tempo per riposare, ricaricare le energie, stare con Molly.. e morire dal caldo. Sì, perché faceva veramente troppo caldo in quella città. Non c'era mai stato tutto quel caldo, secondo quanto dicevano i tg che davano notizie sempre più pessime riguardo quell'estate. Caldo, ci sarebbe stato davvero troppo caldo. Ma, per il weekend – per loro immensa fortuna – ci sarebbe stato un caldo sopportabile, con temperature che non avrebbero superato i 25°, nemmeno con l'umidità. Quindi fu in quel frangente che a Tobias venne in mente un'idea, che sperava davvero di far piacere pure alla ragazza. Sì, perché da quando era in città non c'era mai stato, nemmeno quando stava a Rosenheim era mai stato ad uno zoo.. e quello di Monaco era uno degli zoo più belli d'Europa. E, dato che il weekend sorrideva loro – sperando che anche per Molly fosse un weekend sì – propose di andare all'Hellabrunn Zoo.
    Si era informato su tutto, su come arrivarci, dove andare, cosa fare, come fare, cosa vedere. Insomma, si era rivoltato il sito del parco come un calzino, non si era perso nulla. Si era stampato persino la cartina, giusto per non arrivare lì completamente impreparato. Si era praticamente preparato un piano per quel giorno, ma sapeva perfettamente che quel suo piano sarebbe andato in fumo presto, perché avrebbero fatto sicuramente tutto altro. Come succedeva sempre quando si pianificava qualcosa. Ma non aveva nessun problema, l'importante era andare allo zoo con Molly. Il resto era secondario, più o meno.
    Dato che quel giorno ci sarebbe stata una temperatura piuttosto normale per il periodo, decise di indossare i soliti jeans e la solita maglietta, perché era un genio. La maglietta, ovviamente era la sua preferita, cioè quella con il draghetto. Era troppo un bambino dentro, lo sapeva persino da solo, ma non gli importava poi così tanto. Si era organizzato tutto, aveva preso persino uno zainetto per metterci dentro l'acqua, giusto per non rischiare che Molly morisse disidratata. Ma in quello zaino ci mise pure una macchina fotografica, la cartina e, probabilmente, anche cose che non servivano.
    Dato che erano nel weekend e i parcheggi allo zoo scarseggiavano, decisero di prendere i mezzi pubblici. Avevano due scelte che partivano entrambe dal centro, cioè Marienplatz. Potevano prendere la metro – linea U3 – e arrivare all'ingresso sull'Isar, oppure il bus – linea 52 – che li avrebbe portati all'ingresso vicino la zona dei fenicotteri. E, dato che l'ingresso sull'Isar non era poi vicinissimo alla fermata della metro, optarono per il bus. Il parco apriva alle 9, loro partirono verso le 8 da casa e arrivarono attorno alle 10-10:30 allo zoo. L'Hellabrunn Zoo era un parco enorme, con una moltitudine di diversi animali, tutti posti in ricreazioni dei propri habitat. Il parco, oltre ad offrire visite guidate e non, dava anche la possibilità di alcuni workshop assieme ad alcuni addetti specializzati. Se fosse stato seriamente un bambino, li avrebbe fatti tutti. Ma, dato che teoricamente era un uomo, si poteva accontentare della visita, magari anche a qualche spettacolo, come quello degli elefanti o dei volatili – che non fossero cigni.
    Il viaggio dal centro città alla fermata dello zoo fu piuttosto tranquillo, senza grossi scossoni o caldo insopportabile. Appena arrivati, mentre si apprestavano a scendere dal mezzo, a Tobias sorse un dubbio. Aveva davvero la memoria corta - Non so se te l'ho già chiesto, ma sei mai stata allo zoo? - domandò alla ragazza, quando ormai furono fuori dal bus, alla piacevole ombra degli alberi. Si prospettava una bellissima giornata, non solo perché c'era un caldo sopportabile, ma anche perché era in un posto in cui desiderava andare da un sacco. E, il fatto di essere lì con Molly, lo rendeva giusto un po' più speciale. Stava davvero cotto a puntino.

     
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    Il weekend, per fortuna, aveva portato un minimo di respirabilità in quel clima orribilmente afoso. Quindi era giunto il tempo di portare i più piccoli a spasso. No, non Lyn. Tobias. Sì, il suo piccolino adorato desiderava andare allo zoo, e lei naturalmente ce lo avrebbe portato. Beh, forse in teoria era lui che ci portava lei, ma il succo era che il tedesco sembrava un turista di ancor meno anni dei suoi venticinque suonati. E lei non aveva avuto la minima obiezione a riguardo. Tragicamente, il numero sulla bilancia era cresciuto ancora un po’, ma mai quanto i dolori alla schiena. Aveva dovuto passare un bel po’ di giorni a stretto contatto con le superfici morbide di letto e divano, e grazie al cielo il fastidio non era costante. Aveva sistemato un po’ la sua alimentazione, in modo da evitare spiacevoli bruciori o indigestioni. Quanto alla schiena, continuava a fare esercizi. I giorni sì erano decisamente i suoi preferiti, soprattutto quando coincidevano con le giornate libere di Tobias. Ma avrebbe fatto il possibile a prescindere pur di far combaciare le due cose. Stava fin troppo lontana dal tedesco per i suoi gusti, e quando lo vedeva voleva recuperare con gli interessi.
    Così decisero di sfruttare un giorno per andare allo zoo. Molly, semplicemente, adorava tutte quelle cose spensierate e piacevoli che poteva fare insieme a Tobias, soprattutto quando si sentiva bene per godersele appieno. E poi vedere il tedesco tutto contento la lasciava tranquilla e soddisfatta. Sicuramente anche divertita, ma nel senso buono del termine. Se con Molly si potesse effettivamente parlare di “senso buono del termine”… in generale. In ogni caso, lo seguì all’avventura anche con una certa curiosità, visto che non metteva piede in uno zoo da millenni. L’unica occasione che ricordava risaliva a quando aveva soli otto anni, quindi si parlava di quasi vent’anni prima. E i ricordi erano abbastanza sfocati, e concentrati più sulla figura di Evelyn, con lei anche in quell’occasione, che sugli animali che aveva visto. Sicuramente costruirne di nuovi insieme al tedesco sarebbe stato speciale, così come speciale diventava ogni cosa che condividevano o facevano insieme, sempre. E nel bene e nel male. Ma soprattutto nel bene.
    Molly indossò uno dei soliti abitini freschi, quello azzurro celestiale, lasciando i capelli sciolti. Le temperature erano più contenute, sì, ma lei aveva pur sempre chili e chili da sopportare e che la spossavano. Nonostante tutto, però, mantenne un sorriso vivo per tutto il tempo del viaggio. Stare al braccio del tedesco la rinfrancava come nemmeno tutte le sue scorte di liquidi. E quando arrivarono, giunse anche una abbastanza prevedibile domanda da parte di Tobias. Molly sorrise, abbassando brevemente lo sguardo. Si poteva notare un po’ di tristezza, in quel sorriso che venne subito nascosto, ma durò veramente poco. Perché lo sguardo si rialzò, esaminando il loco. - Una volta, da bambina. Non avevo nemmeno dieci anni… ricordo molto poco - spiegò tranquillamente, nonostante quell’iniziale cambio d’espressione. Ora era di nuovo tutto normale, come al solito. Poteva sembrare tutto dovuto al fatto che ricordasse poco. Poteva sembrare che si fosse fermata per ripescare quei ricordi, magari. Anche se li aveva già scandagliati prima di intraprendere il viaggio. E proprio durante tale esame aveva notato, ancora una volta con stupore, il suo grande cambiamento interiore. Aveva davvero rivoluzionato il suo modo di vedere la cosa… di pensare a Evelyn. Non lo aveva creduto possibile, un tempo. E ancora una volta si era sbagliata.
    Ma tanto meglio così. E ora era pronta ad andare oltre, a pensare solo e soltanto a quei momenti da costruire insieme al tedesco. - Allora, tu che hai studiato, dimmi un po’ com’è che dobbiamo orientarci - lo interpellò con un sorrisetto allegro. Ah, quando avrebbe cacciato la cartina… sarebbe morta o dalle risate, o dalla dolcezza. O per un misto delle due cose.


     
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    Il fatto che quel weekend cascasse proprio nelle giornate sì di Molly, fu una vera e propria fortuna, perché così potevano godersi la visita allo zoo senza grossi problemi. Ovviamente avrebbero fatto tutto con calma, perché tanto il parco chiudeva alle 18. E poi Tobias voleva godersi ogni istante là dentro, voleva vedere più animali possibili. E, dato che non esistevano i draghi, gli orsi doveva vederli per forza, sia polari che bruni. Era una tappa obbligata, ma ovviamente quello non l'aveva detto alla ragazza. A dire il vero, non l'aveva messa al corrente di niente del suo piano. Forse anche per quello aveva una mezza sensazione sul totale fallimento di tale piano. Poco male, avrebbero fatto a caso e si sarebbero divertiti ugualmente.
    Dopo il viaggio, piuttosto tranquillo, arrivarono ad uno degli ingressi del parco e lì le fece una domanda, forse piuttosto prevedibile. All'ombra degli alberi attese la risposta e notò quel po' di tristezza che traspariva da quel sorriso, magistralmente nascosto. Ecco, forse non avrebbe dovuto chiederlo, forse doveva pensarci prima. Ma la ragazza sembrava essere sempre la stessa, perché quel sorrisetto era svanito e aveva fatto spazio alla sua solita e tranquilla parlantina. Le sorrise, un sorriso tranquillo, felice. Beh, era palesemente felice di essere lì con lei - Beh, possiamo dire.. che questa è anche la tua prima volta allo zoo, dato che dell'altra ricordi molto poco - la buttò lì con un sorrisetto. Non sapeva se fosse così felice per il fatto di essere lì con Molly o per il fatto di essere allo zoo. Ma, molto probabilmente, era un bel misto dei due.
    Erano pronti per entrare, forse. Quando la ragazza lo interpellò, si ricordò solo allora di aver stampato una cartina, che aveva messo nello zaino. Quanto turista era in quel momento, nemmeno lui lo sapeva, ma non gli importava per niente. Si sfilò lo zaino, lo aprì e tirò fuori la cartina, poi si rimise lo zaino in spalla. Aprì il foglio in cui aveva stampato al cartina e lo osservò per qualche secondo. Poi alzò lo sguardo sulla ragazza - Allora, non appena varcheremo l'ingresso, faremo un veloce salto all'info point, giusto per prendere una cartina poco più grande, poi semplicemente basta seguire le indicazioni e i percorsi segnati. - disse, prima di tornare a scrutare quella che aveva in mano. Insomma, era piccola e non si vedeva proprio benissimo, ma l'aveva osservata tante di quelle volte, che molto probabilmente adesso la sapeva a memoria. E, comunque, aveva un buon senso dell'orientamento, quindi non si sarebbero mai persi lì dentro. Forse.
    E così fecero, entrarono ed ecco che il tedesco subì la sua trasformazione. Non era un adulto, lì non c'era nessun adulto che sia chiamava Tobias. Un sorrisetto che esprimeva tutta la gioia del momento non ci mise molto a comparire. Si guardò un po' attorno, si girò a vedere l'ingresso dai quali erano entrati. La sua espressione era un "wow" muto, praticamente. Con una smorfietta divertita prese la cartina, la stessa che aveva lui ma decisamente più grande, e l'aprì tutto soddisfatto e felice. Ah, ora sì che si ragionava. Ecco tutti i percorsi segnati, tutte le varie zone, gli orari con gli spettacoli. Tutto segnato, non mancava nulla, c'erano segnati pure i punti di ristoro e di relax. - Dato che siamo qui, che ne dici se andiamo a vedere prima i fenicotteri e poi ci dirigiamo nell'acquario? - le chiese, rialzando nuovamente lo sguardo dalla cartina. Il sorriso non era svanito, si era semplicemente ampliato, trasformato. Era fin troppo felice, entusiasta. Era solo che allo zoo, come faceva ad essere in quella maniera non se lo chiedeva nemmeno. Era semplicemente la sua prima volta e passarla assieme con Molly era stupendo, basta.

     
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    Molly non poteva sapere se il motivo per cui, della sua vecchia gita allo zoo, ricordava solo alcuni istanti passati insieme a Evelyn dipendesse da quello che era successo in seguito, o se semplicemente era stata una scelta della sua mente preservare quei determinati ricordi tra gli altri. In ogni caso, ora guardava col sorriso a quel dono che aveva ricevuto di poterla pensare ancora, finalmente, senza l’ombra degli incubi che l’avevano tormentata da quando aveva undici anni. Era una grandissima vittoria per lei, molto importante. In quel momento della sua vita, più che mai, aveva bisogno di serenità, e sconfiggere i demoni passati l’avrebbe sicuramente aiutata a rimanere più forte di prima.
    Così non ebbe particolari difficoltà a sostenere lo sguardo di Tobias quando fece quella considerazione sulla loro comune “prima” visita allo zoo, anche se rimase silenziosa per qualche istante, fissandolo senza realmente guardarlo. Alla fine un sorriso si dipanò con indolenza sul suo viso. - Sì. La prima della mia nuova vita - confermò con convinzione. Una vita in cui poteva pensare a Evelyn col sorriso, e non – solo – con il senso di colpa. Non male.
    E allora iniziarono quell’avventura, mentre Tobias da bravo turista cacciava la cartina. Eroicamente, riuscì ad ascoltare le spiegazioni che gli aveva richiesto con molto aplomb, non potendo fare a meno di sorridere dinanzi a cotanta prontezza di spirito. Sorridere, non ridere. - Bene. Direi che sono in ottime mani - commentò, lasciando ai posteri l’ardua sentenza per decretare se fosse ironica o seria. Ma sorrideva tanto, con aria affettuosa. Insomma, se il piccolino si divertiva, lei era contenta. Persino quando iniziò a guardarsi intorno come nemmeno lei aveva fatto a otto anni. Ecco, lì dovette contenersi un po’ di più, giusto per non ridergli in faccia. Rimase nel suo cantuccio silenzioso, lasciando tutto nelle sue mani, e parlò solo quando interpellata, inarcando un sopracciglio con un sorriso deliziosamente punzecchiatore. - Dipende. Non hai paura anche dei fenicotteri, vero? domandò, giusto per essere sicura di non doversi tenere pronta alla fuga. - Se non corriamo pericoli di sorta, andiamo pure - concesse, annuendo con aria accondiscendente, da brava mammina. - Ma le scimmie ci sono, vero? Io adoro le scimmiette dispettose - domandò a sua volta, con un sorriso che sapeva tanto di squilibrio. Eh no, non poteva non mostrare a sua volta il suo lato tipicamente fanciullesco… per non dire altro.


     
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    Ah, nuova vita. La sua "vecchia" vita aveva cominciato a dare segni di cedimento, molto probabilmente, già al loro primo incontro sull'Isar. Poi aveva deciso di stopparsi completamente e ripartire da zero al loro incontro all'Englischer Garten. E, anche se rimasugli grandi come pianeti tornavano indietro cercando di abbatterlo, quella sua nuova vita che stava costruendo non si stoppava ma continuava a crearsi ed espandersi. Stava facendo cose che non avrebbe mai creduto di poter fare, era entrato in polizia, aveva affrontato la morte della sorella – anche se aveva ancora un bel po' di strada da fare – stava superando le sue paure, i suoi blocchi. Stava veramente cambiando, lentamente, ma lo stava facendo. Nuova vita, nuovo lui, anche se molti aspetti della vecchia vita restavano ben saldi, purtroppo. E anche lì, allo zoo, era un altro ottimo inizio per quella nuova vita. Lui non c'era mai stato, mai avuto occasione di andarci. Lei c'era stata, ma moltissimi anni prima. E allora la potevano vedere davvero come prima volta per entrambi, la loro prima volta nella loro nuova vita. Era un pensiero così strano, ma allo stesso tempo così dolce che sorrise così alla ragazza. Chissà a cosa stava pensando lei, ma lui non poteva far altro che pensare a quanti bei ricordi potevano crearsi loro due lì, ora.
    E iniziarono.. nel migliore dei modi. Insomma, era in tutto e per tutto un turista piuttosto indietro con gli anni. No, perché si stava veramente comportando come un bambino. Ma non lo faceva volendo era semplicemente così. Il suo lato bambino che non era mai stato in uno zoo stava uscendo in quel preciso istante. Che fosse un bene o un male, quello non era ancora dato sapersi. Prima di entrare, diede le prima semplici indicazioni, quelle proprio di base, quando avrebbero messo piede dentro il parco, lì sarebbe cominciata davvero l'avventura. E per il tedesco cominciò subitissimo, infatti si trasformò nel bambino mancato che era, guardandosi attorno come nemmeno un marmocchietto poteva fare. Andava proprio bene. Così, dopo aver preso la cartina all'info point, propose cosa poter fare all'inizio. E la risposta della ragazza lo sorprese, ma non lo sorprese più di tanto. Abbassò leggermente la cartina e la osservò per bene con un'espressione degna della sua stupidità. - Non è che abbia paura di tutti i volatili della Terra, ho solo paura dei cigni perché ho avuto incontri piuttosto spiacevoli con loro. - le rispose piuttosto tranquillamente, senza però che quel sorrisetto scemo svanisse. Beh, se iniziavano così, allora la gitarella sarebbe stata un successone tremendo. Non vedeva l'ora. E poi arrivarono le scimmie. No, quelle non se le aspettava. Doveva? Forse. Rise, leggermente. - Siamo in uno zoo, hai presente, no? Dovrebbero essere vicine all'acquario, possiamo andarle a vedere dopo aver fatto un salto sott'acqua. - rispose con quel sorrisetto che sembrava ormai essersi stabilito permanentemente sul suo viso. Ah le scimmie.. Erano uscite già una volta nei loro discorsi. Sicuramente meno rispetto ai cigni, ma anche loro li avevano divertiti. Perché, dopotutto, loro si divertivano davvero con niente.
    Ma tralasciando scimmie e pennuti giganti rosa che potevano spaventare o meno il tedesco, si avviarono proprio verso la casa dei fenicotteri. Lui non aveva paura dei fenicotteri, non li aveva mai visti, non poteva averne paura. Ma, ovviamente, trattandosi di Tobias – fifone per eccellenza – non dovevano stupire poi così tanto quelle sue reazioni a dir poco.. spropositate. E quando furono a cospetto del pennuto rosa, che si zompettava tranquillo verso di loro, il tedesco non riuscì a trattenersi e fece un passo indietro. Anche se erano due o tre, non li contò si allontanò e basta. Alla faccia del "non ho paura di tutti i pennuti". Una lieve risatina accompagnò poche parole - Ok, però non mi ispirano simpatia, affatto. - mormorò verso la ragazza, mentre continuava ad osservarli. E per fortuna che erano separati da vetro e legno. Era un fifone. Un turista, bambino e pure fifone di prima categoria. E doveva avere venticinque anni,. Si, certo, solo all'anagrafe.

     
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    Quello era il giorno in cui concentrarsi sulla loro nuova vita, che era iniziata da poco ma le stava regalando bellissime emozioni. Per questo Molly non parlò a Tobias della sua visita allo zoo con Evelyn, non spiegò che forse quel vecchio ricordo non l’avrebbe mai potuto cancellare, ma tenuto stretto a sé. Voleva che il tedesco si divertisse, voleva non pensare a tutte le cose spiacevoli che entrambi portavano alle spalle. Era bello guardare per un po’ soltanto al presente o al futuro, no? Ci sarebbe sicuramente stato il momento in cui tornare a occhieggiare anche il passato.
    Così, Tobias si armò di ottocento cartine e furono finalmente pronti a partire. Più o meno. Molly dovette necessariamente fare qualche domanda. In un certo senso non si fidava del tedesco. Insomma, in un solo incontro, ormai lontano, le aveva confessato un trilione di traumi inerenti gli animali. C’erano i cigni, naturalmente, i numeri uno dell’elenco. E ce n’erano anche altri. C’erano i cavalli, per esempio. E i fenicotteri? Dopotutto un pochino assomigliavano ai simpaticissimi (o maledettissimi, a seconda dei punti di vista) pennuti bianchi. Ma no, Tobias fu lesto a spiegarle la situazione. - Ahhhhh, ok - rispose lei, in maniera volutamente enfatica, annuendo pure… ma mantenendo un’espressione divertita e scettica. - Scusa se l’ho chiesto. Magari avevi avuto qualche brutto incontro anche con un fenicottero… non si può mai dire nella vita - si giustificò quindi con alterigia, tornando però a sorridere e quindi mandando all’aria la montatura. Perfetto, se dovevano evitare solo i cigni tra i pennuti andava più che bene. Poi gli fece il broncio, quando Tobias osò usare dell’ironia contro di lei. Voleva sfidare la maestra? - Dispettoso anche tu - si limitò a sbottare, ma non ebbe nulla da ridire in merito al fatto che le avrebbero viste dopo l’acquario. Le andava più che bene, e dopo poco tornò a sorridergli con aria tranquilla. Sì, non poteva esimersi dal mettere in mezzo le scimmiette. Anche loro erano delle simpatiche mascotte nella loro relazione. E poi a casa c’era Tobi, la sua palla di pelo adorata.
    Era una giornata tanto piacevole, tranquilla… e appena arrivarono dai fenicotteri, tutto si movimentò. Molly rimase a osservare con aria d’attesa i passetti all’indietro del tedesco. E quando arrivarono quelle parole… scoppiò in una risata veramente indecente. E non perché fosse rumorosa o cosa, ma proprio perché non c’era pietà. Ah, e aveva osato davvero farle la ramanzina con quella faccia pure tutta soddisfatta, prima. Più ci pensava, più si ripiegava sul pancione per ridere. Ma dovette forzarsi all’autocontrollo, o la piccolina le sarebbe scivolata dall’utero prima del tempo. - No, eh? - lo prese in giro, togliendosi una lacrima dall’occhio. - Non me n’ero accorta, meno male che me l’hai detto. Andiamo verso l’acquario, va. Sentiamo, come siamo messi in fatto di abitanti del mare? - domandò con un sorriso purtroppo inevitabile. Ma non era cattiva, in fondo. Aveva anche tanta voglia di mangiarsi il tedesco di baci, e nulla assicurava che presto non l’avrebbe fatto sul serio.



     
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    L'avventura doveva avere inizio in un modo, se l'era immaginata in un altro, ma poteva andare bene anche com'era andata in quel momento, no? Insomma, iniziavano bene così. Tra leggerezza, risate e le solite punzecchiature che non potevano assolutamente mancare in nessun loro discorso. Ma Tobias aveva paura dei cigni, non dei fenicotteri. Come poteva avere paura di una cosa che non aveva mai visto davvero? Beh, lui era convinto di non averne, ma non poteva realmente saperlo. Per questo le rispose tranquillamente, piuttosto convinto di quello che diceva. E la risposta di lei non lo sorprese per niente, anche perché era un pensiero che faceva spesso pure lui. Infatti non si poteva mai sapere nella vita.. dopotutto aveva paura pure dei cavalli a causa di una sua stupidità. Ah cavalli, si era scordato di loro. Ma ok, poteva farcela, forse. - Molto divertente - le rispose, così e basta. Che poi cambiarono animali e arrivarono alle scimmie. Ci doveva essere per forza un animale a infestare le loro conversazioni, sempre e comunque. Ma quelle bestioline tanto simpatiche quanto brutte e antipatiche le avrebbero viste dopo l'acquario. E l'unica cosa che fece in risposta alle parole della ragazza, fu di sorriderle il più stupidamente e adorabilmente possibile. Ogni tanto se lo poteva concedere, di risponderle per le rime. Tanto, l'importante era divertirsi. E lo fecero, soprattutto lei. Perché non appena si ritrovarono faccia a faccia con il grande pennuto rosa, Tobias fece dei passetti indietro. No, non era spaventato. Come poteva esserlo? E invece lo era, una minima parte almeno. Insomma, non gli ispirava simpatia nemmeno quel pennuto. E lo disse anche a Molly.. Non l'avesse mai fatto. La reazione della ragazza fu davvero troppo... imbarazzante per lui.
    L'inglese si mise a ridere in una maniera, che non credeva seriamente possibile. Stava ridendo di lui e delle sue disgrazie.. cioè. a dire il vero rideva delle sue strambe paure, ma a chi importava dare spiegazioni ora. C'era gente, c'era tanta gente attorno a loro. E lei che faceva? Si metteva a ridere, così, dal nulla.. davanti a tutti! Tobias si osservò attorno, palesemente in imbarazzo e sull'orlo di una crisi di chissà che tipo. Ok che era un fifone di prima categoria, ma ridere così della sua fifonaggine acuta.. era veramente brutto, per lui. Forse per lei era divertente, a quanto pareva. - Ma non lo potevo sapere.. Oh beh, scusa se ho paure strane.. - disse, prima in tono più di scuse, per poi finire in maniera piuttosto stupida. Che rispondeva a fare se non serviva. Per fortuna che poi gli chiese dell'acquario. Sì, l'aveva capito ormai.. quella giornata sarebbe stata inevitabilmente divertente soprattutto per le sue stupidissime reazioni. Ma avrebbe fatto un passo farlo pure lei.. e allora lì si sarebbe attuata la sua vendetta. Il vero problema era che ci credeva davvero, povero illuso. - No, con quelli non ho nessun problema, davvero. - le rispose senza troppi giri di parole. In un acquario c'era già stato, non per vedere gli animali acquatici, ma quelli erano solo dettagli.
    L'unica reazione che poteva avere nell'acquario, che sperava non facesse morire dal ridere Molly, fu quella di totale stupore. Insomma, era fantastico quel posto! Era trenta volte più grande di quell'acquario che aveva visto lui.. e c'erano una marea di specie diverse di tutti gli abitanti del mare. Era stupendo e si era già dimenticato del fatto che l'inglese avesse riso della sua reazione nel vedere i fenicotteri. Si trattenne veramente tanto dal non appiccicarsi a qualsiasi teca che trovava sulla sua strada, ma dato che doveva dare almeno un minimo di parvenza di maturità, si permise solo di osservarsi attorno con aria piuttosto ebete e felice. Beh, era un leggerissimo passo in avanti, forse.
    L'acquario era fenomenale, non prese paura nemmeno quando una manta si appiccicò al vetro quando passarono lì davanti. Rise stupidamente a tale mossa dell'animale.. che era proprio bruttino come essere acquatico. - Visto? Con il mondo marino non ho problemi. Adesso possiamo anche andare a vedere le tue tanto amate scimmie - disse piuttosto divertito a Molly. Beh, era così, non si era spaventato non era saltato. Aveva visitato l'acquario con pace e tranquillità, ridendo e osservandosi attorno come un deficiente, ma quelli erano solo dettagli inutili. Adesso toccava loro i primati lancia banane. Tobias proprio non vedeva l'ora di vedere quelle bestie pelose.. certo, come no. L'importante era non ricevere qualche banana in faccia.

     
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    Chissà perché, i fenicotteri misero subito in allarme Molly. Chissà perché, la scena di Tobias che scappava dalle creaturine pennute, per lei alquanto più inquietanti dei cigni, con quei becchi adunchi e le zampine secche e lunghe, le appariva del tutto plausibile e per niente fuori luogo. Chissà perché. Forse perché aveva imparato a conoscere il suo adoratissimo tedesco. E se ci aveva visto davvero bene, forse quell’ammonizione che ricevette a causa dei suoi – legittimi – dubbi, si sarebbe rivelata un po’ esagerata. Tobias avrebbe potuto rimangiarsela molto presto. Nel frattempo lei rimase tranquilla, calma, sorridente e… in attesa. E, manco a farlo apposta, Tobias diede una grande dimostrazione di coraggio davanti ai fenicotteri. Molly rimase pure seria per qualche istante… ma non poteva reggere a lungo. L’ammonizione del tedesco le rimbombava nella testa, e rendeva il tutto più divertente. Così imparava a fare il buffone. Ma no, in fondo lo sapeva che era cattiva, e che non era giusto ridere delle sue paure. Ma a lei non importava delle persone. O meglio, il suo ragionamento iniziale, prima ancora di avventurarsi all’interno dello zoo, era che si sarebbero palesati come due ragazzi vistosamente sotto i trent’anni, una con un pancione immenso e quindi prossima al parto, uno con una maglia con un draghetto sopra. Ma quali speranze avevano di passare inosservati o comunque come persone normali? Probabilmente sarebbero partite scommesse clandestine su di loro… “Il ragazzo non può mai essere il padre”, “Forse è una mamma molto giovanile con un figlio che sembra molto più grande”, “Sono scappati dall’istituto psichiatrico”, “La pancia è una copertura, vogliono rubare un cucciolo di animale e mettercelo dentro” e cose simili. Quindi a che pro fingere di essere normali? Non c’era motivo. Ma Molly non voleva comunque incrementare il disagio di Tobias, così ad un certo punto si impose la calma. Anche perché il tono colpevole del tedesco rendeva tanto più adorabile lui quanto più malvagia lei. - Ma non ti devi scusare - gli disse con un sorriso angelico e affettuoso. - È che sembravi così convinto di quello che dicevi… - si giustificò con due occhioni grandi grandi, nella speranza di farsi perdonare.
    In ogni caso, con l’acquario andò molto meglio. Non ci furono balzi, né passi all’indietro. E Tobias fu bravo persino a contenere l’entusiasmo! Era fiera di lui, ma se ne stette in disparte per lasciargli il momento di gloria. Da parte sua osservava in silenzio, con aria distratta ma anche un lieve sorriso. In fondo un cuore fanciullesco ce l’aveva anche lei… in fondo. Alla fine si sciolse davanti al sorriso del tedesco. - Sei stato bravissimo - commentò dandogli un bacio fugace. Poi s’illuminò. - Ah, scimmiette belle - sospirò con aria soddisfatta, come se non aspettasse altro, e lo prese per un braccio per trascinarlo con sé. Chissà cosa amava di quelle palle di pelo. Forse che erano dispettose come lei? Mistero.


     
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    Ok, sapeva che le sue parole potevano suonare assolutamente inaffidabili e divertenti, soprattutto più avanti.. ma c'era un limite a tutto. Non poteva sul serio essersi messa a ridere in quella maniera davanti a tutti. E invece sì, l'aveva fatto. E non sembrava molto intenzionata a smettere tanto presto. Insomma.. perché doveva essere lui lo strano con paure a dir poco inutili, strane quanto lui? Come faceva ad avere paura anche di quei pennuti rosa? Eppure.. sì, , spaventavano giusto un pochetto. Sembravano piuttosto brutti e cattivi con quel beccaccio che si ritrovavano. Lui era convinto di quello che aveva detto. Lo era stato finché non fu davanti al pennuto. Molto convinto era, proprio tanto. - Ma io ero serio prima.. non credevo mica che a vederlo avrei reagito così.. - si lamentò, esattamente come un marmocchio. Ormai era impossibile intravedere il Tobias adulto... se mai era esistito davvero.
    Per fortuna l'acquario fu il posto perfetto per dimenticare il disagio e l'imbarazzo di poco prima. Tanto comunque non conoscevano nessuno lì. Nessuno li avrebbe fermati, nessuno avrebbe fatto domande – forse. Quindi potevano anche comportarsi com'erano soliti fare. Fu veramente bravo nel mondo marino, soprattutto perché si trattenne veramente bene dal non dar sfogo al moccioso che era in lui.. quello che voleva appiccicarsi ad ogni teca ed indicare ogni singolo essere vivente. L'acquario era un posto bellissimo e soprattutto fresco. Pieno di tantissimi animali dai più belli a i più brutti e strani. Dai bellissimi cavallucci marini alle stupide mante.. ci si rivedeva un po' in quella manta che aveva deciso di schiacciarsi per bene sul vetro. Forse perché era stupida? Può darsi, ma non ci pensò molto. Pensò più che altro a farsi lodare dalla ragazza e ricevere il suo mini premio per esser stato un bravo bambino. Era stupido, sul serio. Fu particolarmente felice di ricevere quel veloce bacetto in premio, poi però dovette tirare in mezzo i primati. Lì cominciava ad essere leggermente meno entusiasta, senza un reale motivo. Ma a lui le scimmie non ispiravano poi tutta quella simpatia.
    Per qualche secondo si sorprese di venir preso per il braccio e trascinato dalla ragazza, giusto per qualche passo. Non sapeva bene il perché di quella sorpresa, ma fu veramente tanto piacevole. - Illuminami, cosa trovi di così bello in quelle palle di pelo? Il fatto che si spulcino a vicenda? Che si grattino in ogni dove? Sono curioso - le chiese, veramente interessato di sapere la risposta, perché lui non la riusciva davvero a trovare. Insomma, cosa c'era di carino in una scimmia? Lui le trovava piuttosto bruttine. Solo per Tobi faceva un'eccezione, ma solo perché gliel'aveva vinta lui.
    E arrivati sani e salvi al recinto delle scimmie, eccole lì che saltellavano in giro. Erano fin troppo iperattive, mentre altre se ne stavano sui massi a prendere il sole. Che bestie strane, davvero. Le osservò per bene, sembrava come se il suo sguardo venisse ricambiato in maniera più minacciosa da una scimmia posta su uno dei massi più grandi. Ma che aveva da guardare quell'essere peloso? - Sembrano così.. inclini ad essere antipatiche.. come se non vedessero l'ora di farti qualche scherzo - mormorò osservandole ancora un po'. No, proprio non riusciva a vedere nessuna bellezza in loro. Meno male che lì vicino a quelle bestie ci stavano gli elefanti ed i cammelli, animali decisamente molto più interessanti delle palle di pelo lancia banane.

     
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    Molly era perfettamente consapevole di essere crudele. Non si doveva ridere dei poveri traumi di una persona, non era giusto, né così si poteva aiutare suddetta persona a superare il trauma. Ma non era colpa sua, o meglio, non era stata mossa da intenzioni malvagie. Tutto era stato causato dall’innocente convinzione di Tobias che non avrebbe avuto problemi con i fenicotteri. E invece aveva dato uno spettacolino degno dei suoi incontri con i cigni. E lei aveva ceduto in modo ignobile. Fortuna che il tedesco era buono – fin troppo buono! – con lei. Invece di buttarla tra i pennuti o lasciarla lì a sfogare la sua cattiveria, si mise pure a darle giustificazioni per la reazione spropositata che aveva avuto. Poi si lamentò come un bambino, e Molly dovette mordersi quasi a sangue le labbra per non tornare a ridere. Invece sorrise con grande dolcezza. Era normale che fosse attratta da Tobias anche quando si comportava come un cinquenne? O doveva preoccuparsi un po’ della cosa? Comunque continuò a osservarlo con un sorriso finalmente calmo. - Non preoccuparti, anche a me fanno un po’ impressione. Le zampette sono così magre e lunghe… Chissà come fanno a reggersi su quelle cose… - giunse in suo soccorso, con aria che sembrava sincera. Se lo facesse solo per consolare il tedesco o perché veramente pensava quello che aveva detto, non lo lasciò intendere. Ma, insomma, voleva fare sicuramente qualcosa per sdebitarsi.
    Tipo lasciarlo in pace nell’acquario. Sia mai che qualche risata rimbombasse, poi. Ma non c’era nulla per cui ridere, lì… al massimo sorridere. Tipo quando Tobias faceva amicizia con animali che davano capocciate o sorrideva senza un motivo preciso, solo per il fatto di trovarsi lì. Ah, lo adorava. Come bimbo, marmocchio, ragazzo, uomo, compagno, lo adorava in tutte le salse. Ci poteva fare ben poco, era una cosa nata addirittura senza la sua volontà, e che da quando l’aveva abbracciata con consapevolezza era pure cresciuta a dismisura. E se potevano sembrare strani a occhio esterno, a lei non importava. Lei sapeva bene che il tedesco non aveva avuto un’infanzia, ancora meno di quella che aveva avuto lei. Capiva quindi perfettamente cosa voleva dire tornare indietro senza la paura dei ricordi più oscuri. Che poi Tobias fosse bambino e ingenuotto di suo, era un’altra cosa ancora.
    Alla fine del giro in acquario lo baciò, per il gusto di farlo, ma mascherando la cosa come un premio per il suo comportamento da persona normale. Il suo premio invece furono le scimmiette, così subito partirono verso il luogo designato – principalmente grazie alla sua improvvisa energia, nonostante il pancione sferico. Non poté fare a meno di ridere per le parole di Tobias – stavolta evitando di piegarsi o lasciarsi andare fino alle lacrime. Povere scimmiette, insomma. - Beh, che c’è di male se si scambiano favori? E poi sono piene di peli, è normale che abbiano prurito - le difese prontamente a spada tratta, con il suo solito modo di fare di quando iniziava a dire cose incoerenti solo per il gusto di avere l’ultima parola. Però un minimo di ragionamento nelle sue parole c’era… purtroppo. Cioè, si era veramente applicata. Poi sospirò di nuovo. - È che sono intelligenti. Sono dei tipini svegli - spiegò con un sorriso che sembrava divertito ed estasiato. Difficile dire per quale sensazione protendesse di più. Ancora più difficile capire quanto fosse votata realmente alla causa delle scimmie. Insomma, che le piacessero almeno un po’ era quasi sicuro, visto che fra tanti pupazzi si era andata a pescare proprio una scimmietta. Ma forse chissà, ingrossava la cosa giusto per il gusto di punzecchiare Tobias.
    Anche se quando arrivarono era realmente sorridente. Era estasiata, addirittura, seguiva con gli occhi naturalmente le scimmie più frenetiche, che non stavano ferme un secondo. Che tristezza che ci fosse il vetro, aveva voglia di coccolarne qualcuna. Si sperava vivamente che fosse istinto materno… e non squilibrio mentale. Le parole del tedesco, comunque, l’attirarono prima con gli occhi su di lui, poi sulla scimmia che lo guardava in cagnesco. Sorrise ampiamente. Dov’erano finiti i tempi in cui concedeva un sorriso con la stessa frequenza dei solstizi? - Beh, non sono antipatiche, sono giocherellone. È diverso - lo corresse con allegria, come se non ci tenesse davvero a vincere quel punto in particolare. Quindi si dedicò alla scimmia guardinga… letteralmente parlandole. - Che c’è, non ti piace Tobias? - le domandò, prendendosi il tedesco sottobraccio. Chissà se qualcuno aveva già avvertito le guardie… in ogni caso, si premurò almeno di parlare a bassa voce. - Avrà avvertito il tuo astio. È per questo che ti guarda così, per autodifesa - informò con solennità Tobias. Stava difendendo una scimmia per partito preso. Forse era meglio se tornava a ridere come se non ci fosse un domani, no?


     
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    Evidentemente lui e i pennuti non potevano davvero andare d'accordo. Con proprio nessun pennuto, perché anche un fenicottero posto al di là di un vetro sembrava spaventarlo. Che poi, anche quella volta all'Englischer Garten aveva visto i cigni oltre il vetro, eppure aveva cominciato ad agitarsi, nemmeno li avesse tutti addosso. Ma non ci poteva fare niente, era una paura che non aveva la minima intenzione di andarsene. Certo, era migliorata un po', riusciva ad avvicinarsi ai cigni.. ma quei pennuti giganti e rosa. No, escluso qualsiasi tipo di contatto, pure visivo. E lei si mise a ridere.. mentre lui cercava di spiegarsi, lei rideva. Che gentile.. si lamentò pure, come solo un bambinetto poteva fare. Insomma, se lui era veramente convinto delle parole che aveva detto prima.. non era colpa sua, mica se l'aspettava un mostro simile. Ma poi arrivarono anche delle confessioni. Oh, almeno non era l'unico scemo. - Sono inquietanti anche quando stanno in equilibrio su una sola zampa, mentre l'altra scompare chissà dove.. E quel becco e quello sguardo.. preferisco i cigni, sul serio - disse, continuando ad osservare da lontano quella bestia, neanche vedesse Satana in persona. E ammise persino che preferiva i cigni! Era un miracolo.. ma sicuramente non l'avrebbe più detto. Ma almeno la ragazza aveva smesso di ridere, l'unica cosa che faceva era sorridergli.. con quel sorriso ad alto tasso di mortalità. Oh beh, al posto che sciogliersi dal caldo, quel giorno si sarebbe sciolto dalla dolcezza, a causa di quella ragazza.
    Superarono i fenicotteri di Satana e passarono dei bei momenti all'acquario. Almeno, lui ne passò di bei momenti, tra vedere mante schiantarsi contro vetri, cavallucci marini gironzolare per l'acqua e settecento altre mila cose, passò proprio dei bei momenti. Ed era quello che voleva, no? Passare dei bei momenti. In un certo senso, era contento di non aver avuto un'infanzia definibile tale, perché adesso poteva recuperare.. e non da solo. Ma non era davvero contento, insomma, era strano quello che sentiva davvero.. ma almeno era felice di essere lì. Quello era davvero importante. Che poi quella felicità scemasse non appena nominò le scimmie, quello era un altro discorso. Ok, non è che le odiasse, semplicemente le trovava bruttine ed antipatiche. E chiese alla ragazza delucidazioni in merito a quel suo amore per le palle di pelo. E si stupì un po' della risposta. Era seria, sul serio? - Ah, niente, se sono contente loro.. Ma guarda che anche i criceti sono palle di pelo, ma mica li vedo grattarsi sempre e comunque - riprovò, stavolta con una leggera risata in sottofondo. Insomma, la ragazza si era proprio buttata in difesa diretta delle povere scimmie. Poteva ridere lui ora? Gli era concesso, si? Eccome, infatti lo fece, in maniera più contenuta rispetto a come aveva fatto l'inglese, ma rise. E poi quelle risate divennero leggermente più forti, ma sempre in una soglia di decibel non fastidiosa - Questo è vero anche se ogni tanto sembrano proprio tonte - e parlava lui, il tonto dei tonti. Ma almeno smise di ridere. Dopotutto, doveva comportarsi normalmente, ci doveva provare sul serio. Ce la poteva fare, per forza.
    E poi arrivarono nella terra delle scimmie e lì Molly sembrava aver preso il suo posto. Era adorabile da vedere, sul serio. Sorrise nel vedere quanto la ragazza sembrasse felice di essere lì, quindi si voltò verso i primati salterini e li osservò, più o meno tranquillamente. Prima di incrociare lo sguardo con una bruttissima palla di pelo che sembrava minacciarlo. Ma che voleva? Ed espresse i suoi pensieri a riguardo e non poté non sorridere all'allegra risposta dell'inglese. Anche quello era vero, doveva ammetterlo. Ma quella lì, quella che sembrava davvero fissarlo male, quella gli pareva tanto antipatica. E le parole e il gesto della ragazza lo fecero ridere, una risata piuttosto sommessa, trattenuta. No, ok, quello era stato magnifico. Gongolò giusto qualche secondo perché lei l'aveva preso sottobraccio. Sì, dopo tutto quel tempo, continuava a trovare la cosa schifosamente bellissima. E alle ultime parole, non poté più trattenersi. - Ma non ha senso, non c'è l'ho mica con lei. Insomma la stavo solamente osservando - disse con tono piuttosto divertito, cercando di trattenere quella stupidissima risata che stava cercando di uscire in tutti i modi. Era divertente, nel complesso, il discorso scimmie era divertente, davvero. Poi si girò verso l'ammasso di peli - Dai, facciamo pace scimmietta. Smettila di guardarmi in quel modo.. - disse a bassa voce.. solo per poi zittirsi non appena quella si alzò. Oddio, l'aveva sentito e adesso voleva ammazzarlo con un casco di banane? Ma no, si semplicemente grattò le chiappe e si mise a saltare come le altre. Quello era un affronto! Come osava quell'ammasso di peli grattarsi il sedere in risposta? Ah beh, lì si vedeva la stupidità nell'animale... e nell'essere umano, perché Tobias ci rimase piuttosto male da quel gesto del primate. E non sapeva nemmeno perché. - Andiamo a vedere gli elefanti? Sicuramente loro daranno molte più soddisfazione di un ammasso di peli. - propose, non capendo bene nemmeno lui se quella sua improvvisa irritazione fosse dovuta al fatto che la scimmia si fosse grattata le chiappe o per il fatto di esserci rimasto veramente male. Ma se non si capiva nemmeno lui, come facevano gli altri a capirlo? E poi si chiedeva perché non trovasse simpatiche le scimmie. Insomma, ne aveva appena visto il motivo.. stupido essere peloso.



    Edited by säde - 17/7/2015, 02:32
     
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    Forse era destino che Tobias e qualsiasi essere provvisto di penne e ali non sarebbero mai andati d’accordo. Evidentemente non era soltanto una questione di cigni, perché la vista dei fenicotteri lo mandò nel pallone in modo adorabile. Molly fu cattiva, e rise di lui, poi però cercò di andargli incontro. I fenicotteri non erano come i cigni, erano più inquietanti. A detta sua, lo pensava persino lei, ed effettivamente lo sguardo sospettoso che scagliò loro sembrava del tutto sincero. Certo, però, lei non arrivava a temerli o a fare balzi spaventati in loro presenza. Per questo non le fu difficile tornare di buonumore quando Tobias fece quelle considerazioni sugli animali. Il sorriso si allargò, e rischiò anche di diventare una nuova risata, chissà se per il fantomatico “sguardo malvagio” dei fenicotteri o per il mistero della zampa dissolta nel nulla. Fortunatamente, però, si bloccò in tempo, anche perché l’affermazione del tedesco la spiazzò del tutto. Senza perdere il sorriso, sgranò vistosamente gli occhi. - Ho sentito bene? Preferisci i cigni? - non mancò di ripetere dopo poco, sinceramente meravigliata, ma anche molto divertita. - Questa davvero non me la sarei mai aspettata - confessò annuendo, ancora un po’ frastornata. Insomma, era una rivelazione scombussolante, improvvisa. Aveva passato mesi e mesi a difendere i cigni, a costruire discorsi assurdi basati su di loro, a scherzarci su e a deliziarsi in altri modi, e ora scopriva che per i pennuti c’era possibilità con il tedesco. Non sapeva se festeggiare o rimproverarlo per tutto il fiato sprecato. A saperlo che bastava fargli vedere un fenicottero. No, in realtà era contenta e basta. Voleva dire che il trauma – molto alla lunga – era superabile, no? Chissà, l’avrebbero scoperto con calma, senza accelerare i tempi… meglio non forzare le cose.
    Così passarono all’acquario, dove tutto andò liscio come l’olio. Tobias si divertì, lei osservò forse più lui che gli abitanti marittimi, ma alla fine tutto andò bene. Si scambiarono qualche parolina dolce, un bacio, e poi non ci fu più verso di evitare le scimmiette. Molly ci teneva tanto, al punto da scatenare le curiosità del tedesco. - Ma perché loro hanno le zampine piccine, non possono materialmente grattarsi - obiettò prontamente alla considerazione di lui, mettendosi pure a mimare le zampette dei criceti. Poteva essere tanto adorabile quanto preoccupante, forse più la seconda. Ma almeno non ebbe nulla da ridire sul fatto che Tobias se la rideva. Non poteva certo biasimarlo. E poi sempre meglio che se la ridesse, piuttosto che decidesse di internarla. Poi Mr Tontolone in persona si autodecretò idoneo a giudicare l’intelligenza delle scimmie. Lei inarcò un sopracciglio, ma non perse il sorriso. - Ah, ma non sempre è un male, sai? - si limitò a commentare, rimanendo vaga e soddisfatta della sua ambiguità.
    Presto si concentrò solo sulle adorabili palle di pelo che zompettavano qui e lì al di là del vetro. Ispiravano simpatia, come poteva essere altrimenti? Così pronte a giudicare quegli strani esseri umani che si mettevano a fissarle senza un apparente motivo… Peccato che tra Tobias e una del gruppo non scattò la scintilla. Molly cercò di fare da paciere, come al solito usando i suoi ragionamenti tecnicamente validissimi, ma effettivamente surreali e del tutto sprecati. - E inconsciamente hai lasciato trapelare il tuo astio, senza accorgertene. E ti ripeto che loro sono intelligenti… lo avvertono - snocciolò pazientemente, con un vago sorriso. Tobias, comunque, tentò di fare la pace con l’animale… che di tutta risposta si alzò e gli diede le spalle. Le spalle e non solo. Molly sarebbe scoppiata di nuovo a ridere, ma ridere pesante, solo che notò l’indignazione del tedesco per quell’affronto da parte della scimmia. Allora si tappò la bocca con la mano. Fu difficile, veramente difficile non cedere. Aveva quasi le lacrime, ma quando il tedesco parlò, si liberò la bocca e annuì con un sospiro, per riprendere un contegno. - Certo, tesoro. Andiamo a vedere gli elefanti. Sono sicuramente più pacifici - gli diede una specie di contentino con aria accondiscendente, ma anche tanto dolce, riprendendoselo sottobraccio. Aveva immaginato di divertirsi, ma così stavano davvero già esagerando. Come loro solito d’altronde.


     
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    Forse quella sua reazione di fronte al pennuto rosa era anche prevedibile, considerando le sue reazioni spropositate in presenza dei pennuti bianchi. Ma lui veramente era convinto del fatto di non aver paura di qualsiasi essere volante. Ma sembrava essersi sbagliato di grosso, strano. Fece alcune considerazioni sul quel fenicottero che stava sempre là impalato su quelle zampe, a fissare i turisti. Insomma, quello sguardo era piuttosto inquietante.. chissà cosa stava pensando quell'essere. Poi, però, si lasciò scappare una piccola rivelazione, piuttosto importante. E la reazione della ragazza non tardò ad arrivare. - Di che ti sorprendi, scusa? Non è che li preferisca davvero, ma li preferisco ai fenicotteri.. e a qualsiasi altro pennuto... gigante. - cercò di spiegarsi in qualche modo. Sinceramente non capiva mica tutto quello stupore per quella sua affermazione. Dal suo punto di vista, i fenicotteri facevano cento volte più paura dei cigni.. anche se dei cigni aveva ancora paura, un bel po'. Per fortuna che si spostarono abbastanza presto dai fenicotteri, perché a stare ancora davanti quel coso e pensare pure ai cigni, sarebbe esploso. Quindi si tranquillizzò e divertì come un bambino, facendo il giretto per l'acquario. Si scambiarono giusto qualche bacetto per poi addentrarsi nel fantastico mondo dei primati. Era una cosa che lo entusiasmava veramente tanto, come no. Non odiava le scimmie, non aveva paura di loro. Semplicemente non le trovava carine e men che meno simpatiche. Ma, a quanto pareva, a Molly piacevano veramente tanto. Le difese pure, senza nessuna difficoltà. E, quando lui paragonò il fatto che loro si grattassero per via del pelo, a dei criceti.. lì fu l'apice del non sense. Insomma, l'inglese si mise persino a mimare le zampette dei roditori. Non poteva farlo sul serio, lo stava uccidendo così. E non fece assolutamente nulla per bloccare la risata che ormai sembrava inarrestabile. Dopotutto, gli era concesso ridere adesso. - Tu non lo sai, ma ce la fanno senza problemi a grattarsi, se vogliono.. anche se hanno delle zampettine piccoline - le rispose prontamente, ridendo e imitandola mentre mimava le zampette dei criceti. Sembrava ancora più stupido di quanto non fosse in realtà. Qualcuno lo doveva fermare assolutamente, perché poteva continuare in eterno.. Era proprio senza speranza. Per fortuna, non sua, che tornarono a parlare di scimmie. - Cosa intendi dire? - le chiese, piuttosto curioso. Non aveva mica connesso il fatto di aver dato del tonto a delle scimmie.. contando che lui era al primo posto. Ma spesso lui parlava, dimenticandosi pure quello che diceva. Insomma, più tonto di così..
    Ma non potevano più tergiversare, dovevano per forza andare a vedere quei bellissimi primati.. a detta sua piuttosto antipatici. Intelligenti quando volevano, ma antipatici. E anche lì i discorsi toccarono punte di insensatezza estreme. Quando parlavano così a caso, in mezzo ci doveva essere per forza un animale. Non era veramente possibile per loro fare discorsi normali, ma proprio per niente. - Io la stavo solo osservando, non stavo pensando proprio a niente, men che meno all'odiarla. - ribatté in un secondo, prima di voltarsi verso l'animale e provare a fare pace... Ma non servì a nulla, perché evidentemente quella stupida palla di pelo non aveva la minima intenzione di smetterla. Cioè, gli diede le spalle, si grattò il sederino brutto che aveva e si mise a saltare come le altre. Era stupida, davvero, si vedeva che quella era una scimmia stupida. Non che lui fosse diverso. Ci restò piuttosto male da quella reazione. Non se l'aspettava e la cosa lo irritava. A fissare quella stupida scimmia, non si accorse nemmeno dei tentativi estremi di Molly di trattenere le risate. Se avesse riso anche in quel momento, se ne sarebbe andato... Si, certo, come no. Così propose di andare a vedere gli elefanti, che sicuramente potevano dare mille volte più soddisfazioni dei primati. La risposta dell'inglese non sapeva come prenderla. Lo stava prendendo in giro? Va beh, ma aveva poca importanza, l'importante era allontanarsi dalle scimmie. Così, tutto contento del fatto che Molly lo riprese sottobraccio, si avviarono verso la terra degli elefanti e di tutti gli altri animali che stavano lì vicino. Perché non guardò la mappa che aveva in mano. No, guardò i cartelli che indicavano le varie case degli animali. E fu lì che tornò ad essere il bambino che era prima. Addio scimmie, benvenuta savana. - Oooh ma lì ci sono i leoni e i ghepardi... e i cammelli.. e le tartarughe! - disse troppo entusiasta, indicando piuttosto stupidamente le varie zone dove stavano gli animali. Più bambino di così veramente non poteva essere. Ma gli altri animali dovettero attendere, perché adesso si trovavano al cospetto di sua maestà elefante, che si divertiva a bagnarsi con l'acqua. Era bellissimo, carinissimo e Tobias sembrava veramente entusiasta di vederlo in azione.
    Stavolta non c'erano vetri che dividevano i turisti dagli animali. C'erano i recinti e Tobias riuscì a scovare un posto perfetto per poter vedere meglio l'animale all'opera. Così, senza tanti complimenti, prese la ragazza per mano e si fece strada, con calma e convinzione, tra la gente per potersi piazzare nel posto perfetto. Si posò tutto felice sulla ringhiera e osservò con un gran sorriso i pachidermi che zompavano in giro e si bagnavano a vicenda. Ecco, quello forse poteva essere il miglio spettacolo animale che avesse mai visto, finora almeno.



    Edited by säde - 17/7/2015, 19:25
     
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    No, per lei il fatto che i fenicotteri fossero passati subito sopra i cigni continuava a lasciarla abbastanza basita. In fondo i cigni se l’erano meritato, quel posto in classifica! Erano stati cattivi e malvagi, e avevano traumatizzato il povero tedesco. I fenicotteri erano… strani. Sì, strani. Ma non li avevano – ancora – attaccati. Né avrebbero potuto farlo, visto che erano impossibilitati dal vetro. - Ma i fenicotteri non ti hanno fatto niente. Magari da vicino sono dei giocherelloni. Non si dovrebbe mai giudicare dalle apparenze, sai? - gli fece pure la morale, con un vago sorriso. E, a proposito di apparenze, successivamente si ritrovarono anche al cospetto delle magiche scimmie. Prima però Molly doveva necessariamente intavolare conversazioni surreali e basate su arringhe del tutto sprecate. Era praticamente un avvocato delle cause perse, ed eccelleva nel suo mestiere. Iniziò a imitare i criceti, giusto per, e il tedesco la fece ridere lievemente con la sua replica… e pure per l’imitazione, anche se non avrebbe voluto dargliela vinta. - Ah, e tu che ne sai, invece? Ti diverte passare il tempo a… osservare criceti? - domandò con un sopracciglio magistralmente inarcato, e un sorriso perfettamente allusivo. Come al solito, era troppo facile divertirsi così. Poi Mr Tontolone non capì una cosa inerente… la tontaggine. Prevedibile, no? Adorabile sicuramente. Molly sorrise tanto e gli diede un bel bacio. - Esattamente questo - rispose soddisfatta, alludendo in modo velato alla dimostrazione appena data – inconsciamente – dal tedesco. Poi si concentrarono sulle scimmie. Ecco, in quel caso si doveva ragionare un po’ di più sul concetto di “apparenze” e “prime impressioni”. Perché forse, effettivamente, di primo acchito non risultavano le bestiole più simpatiche del mondo… eppure a Molly divertivano. In ogni piccolo gesto. Se le godette per un po’, prima di dedicarsi allo scambio poco educato tra Tobias e una scimmietta particolarmente impertinente. Che li costrinse a cambiare aria. Meglio gli elefanti… quelli erano pacifici, no? Fecero giusto una pausa per capire chi altri c’era nella zona, mentre il tedesco dava grande prova di autocontrollo. Molly non ci fece particolarmente caso, soffermandosi su un cartello. - Uh, i leoni - gli fece eco con aria quasi trasognata. Quelli li voleva vedere. Li ricordava ancora… chissà com’erano i leoni di Monaco. In ogni caso si fermarono prima nei pressi dell’elefante. Si fece guidare da Tobias verso il punto migliore, poi si appoggiò a sua volta sulla ringhiera con un sospiro. - Ah, beato lui… Anche io vorrei bagnarmi un po’ - mormorò con aria distratta. E pensare che il caldo era anche scemato rispetto ai giorni precedenti… Portare più di dieci chili di troppo addosso era veramente uno strazio. Comunque, dopo essersi studiata un po’ l’elefante, preferì studiarsi Tobias, come aveva fatto già nell’acquario. Ah, quant’era bello. Se lo sarebbe fotografato… Ah, già. - Ma non ti sei portato la macchina fotografica? Fai ancora poco turista, la gente inizierà a pensare che sei di qua. Dio ce ne scampi - lo prese bonariamente in giro. Perché in fondo lei non era cattiva… semplicemente si divertiva in quel modo.


     
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    Dire che preferiva i cigni era davvero surreale. Lui, terrorizzato, se non a morte quasi, dai pennuti che rivelava questa sconcertante verità. Riusciva a preferire i cigni ai fenicotteri. Non era possibile, non dopo tutto quello che quei pennuti regali gli avevano combinato. Eppure, trovava i fenicotteri leggermente più spaventosi, anche dopo l'adorabile difesa della ragazza - Non mi voglio avvicinare, nemmeno se mi pagano. Non voglio scoprire se sono giocherelloni o meno. In questo caso, si può. - disse, piuttosto convinto sia del fatto di non volersi avvicinare ai pennuti rosa, sia sul fatto di poter giudicare dalle apparenze. Non ci poteva fare nulla, evidentemente lui e i pennuti non potevano proprio avere speranza di andare d'accordo. Non che con le scimmie le cose andarono diversamente. Sembrava portarsi dietro un'aura strana che faceva si che gli animali lo odiassero. Sentivano la paura? Possibile. Ma in quel momento i due ragazzi sembravano più interessati ai criceti e alla loro capacità o incapacità nel grattarsi. Ovviamente discorsi intelligenti i loro. Dopo quelle adorabili performance in cui imitarono le zampette dei roditori, la domanda della ragazza lo fece ridere ancora di più - Ti ricordi della videoteca di cui ti avevo parlato? Il figlio del proprietario aveva due criceti e, dato che passavo abbastanza tempo lì, li osservavo parecchio. Ce la fanno a grattarsi e sono dannatamente adorabili. - le rispose in tutta tranquillità, anche perché ricordare quella videoteca non portava quasi mai a galla brutti ricordi, ma solo piacevoli. Dopotutto, lì aveva visto un sacco di film, tra i quali il suo preferito. Ogni tanto si chiedeva se l'attività fosse ancora aperta... ma non aveva nessuna intenzione di mettere piede a Rosenheim, almeno finché suo padre era ancora su quella terra e Bert a piede libero. E poi non connesse per niente l'affermazione della ragazza e in risposta alla sua domanda ricevette un bacio e altre parole che lo confusero, ovviamente. Niente, non ci arrivava mica. Quindi lasciò perdere, magari l'avrebbe capito tardi. Dopotutto, era un ragazzo dallo scoppio ritardato, forse troppo.
    E arrivarono alle tante sognate scimmie.. lui non le sognava minimamente, ma Molly ne sembrava affascinata. Quindi poteva tranquillamente accontentarla, no? E lo fece, solo che si ritrovò a "litigare" con un scimmia piuttosto antipatica. Si certo, erano simpaticissime, proprio. Peccato che quella non lo era affatto, anche per questo chiese se fosse possibile andare a vedere gli elefanti. Cosa che gli fu concessa e usciti dal mondo scimmie, ecco che tornò il bambino mancato che era. Non ci stavano solo gli elefanti, ma pure i leoni, i ghepardi, i cammelli. Insomma, ci stavano gli animali.. dopotutto stavano allo zoo. E si voltò con un moto di sorpresa alle parole della ragazza, e si sorprese ancora di più a vederla in quella maniera. Era così dannatamente adorabile quando faceva quell'espressione così.. - Dopo gli elefanti andiamo subito dai leoni - le disse con un sorrisetto sul dolce andante. Ah l'avrebbe abbracciata in quello stesso momento, se non avesse appena adocchiato un posto perfetto per vedere i pachidermi. Così la prese per mano e si portarono in quel fantastico posto, in prima fila senza nessuno davanti. Perfetto. E lì partì nuovamente con la sua aria sognate ed entusiasta. Quella giornata se la sarebbe ricordata come la giornata in cui il bambino che era in lui aveva fatto capolino troppo spesso. E rise, veramente troppo, ma contenendosi sempre, alle parole dell'inglese - Se vuoi ho dell'acqua dietro, posso bagnarti con quella - un ghignetto divertito saltò fuori, prima che tornasse a girarsi verso gli elefanti. Beh, a ben pensarci, non gli sarebbe dispiaciuto nemmeno a lui bagnarsi in quel modo, sembrava piuttosto divertente.
    Mentre era intento ad osservare con fare sognante gli elefanti, si dimenticò completamente di avere uno zaino con dentro roba.. da turista. Fu la ragazza a ricordarglielo, con fare piuttosto divertito. Lo stava prendendo nuovamente in giro? Che carina.. ma non gliel'avrebbe mica fatta passare liscia. Doveva solo capire come prendersi la sua rivincita. - Ah sì, è vero. - disse in merito alla macchina fotografica, che tirò fuori poco dopo. Armeggiò qualche secondo e le fece giusto una foto a tradimento - Ah, funziona. Tieni - rise piuttosto divertito, dopo aver visto la foto – in cui era arrivata piuttosto bene, oltre che mossa – e averle passato la macchinetta. Lui era troppo imbranato per tenerla in mano, conoscendosi l'avrebbe fatta cadere in qualche posto. Poi arrivò realmente, con la sua lentezza, alle ultime parole di Molly. - Parla quella che s'è messa a ridere indecentemente davanti al fenicottero. - le rispose diretto, senza fermarsi a pensare troppo. Non aveva senso mettere in mezzo il fenicottero, ma doveva difendersi. Certo, lei si divertiva, forse troppo, ma anche lui poteva concedersi un po' di divertimento, no? Forse. - Facciamo i turisti, siamo turisti. Forza - la esortò con un sorrisetto divertito mentre si spostavano verso la terra dei leoni. Beh, vedere i magnifici elefanti bagnarsi a vicenda era stato un bello spettacolo, ora dovevano per forza vedere la maestosità felina. Oltre agli orsi, era curiosissimo di vedere sia i leoni che le tigri. E niente, quando arrivarono a destinazione, ci rimase proprio. Erano bellissimi. I leoni, le leonesse e c'erano pure dei leoncini. Era una cosa troppo dolce e lui aveva un'espressione troppo sognante e felice. Era troppo un bambino con faccia ebete. Il suo marchio di fabbrica.



    Edited by säde - 18/7/2015, 08:04
     
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