There's a story at the bottom of this bottle and I'm the pen

- Noëlle e Florian -

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    Studiare le era sempre piaciuto, ma in quel momento non aveva proprio la testa per mettersi su quel manuale e leggerlo e rivoltarlo come un calzino. No, non ce la poteva fare davvero e a casa faceva davvero troppo caldo per mettersi seriamente d'impegno. Anche se era mattina, faceva caldo, troppo. Non doveva nemmeno andare allo studio del padre, perché oggi non serviva il suo aiuto. La madre era in università.. e lei si trovava a casa da sola, a dover studiare, ma non aveva testa per farlo. Così, cosa poteva fare una ragazza in piena estate, se non aveva voglia di studiare? Se avesse avuto la compagnia giusta, sarebbe andata all'Englischer Garten a rilassarsi, ma dato che nessuno era reperibile, optò per andarsene in città.
    Dato che faceva caldo, indossò una doppia canottiera leggera, grigio scuro sotto bianca sopra, pantaloncini corti in jeans chiaro e le sue fidate converse blu. Aveva in mente di camminare parecchio, quindi decise di indossare scarpe comode. E poi, ci aggiunse la sua famigerata borsa in tela blu, dove metteva di tutto, dalla bottiglietta d'acqua al telefono, all'e-book reader che si portava sempre dietro. Di solito era un libro, ma dato che i libri pesavano parecchio, aveva optato per quel piccolo lettore in cui conserva tutti i suoi libri preferiti e non. Amava molto leggere e, in quel momento, preferiva leggere qualcosa che non riguardasse la materia dell'esame. Per quello, aveva ancora un po' di tempo.
    Così, mettendosi le cuffiette, si mise in marcia per il centro città. Ormai, vivendoci da quattro anni, aveva imparato a conoscere piuttosto bene la città, ma c'erano ancora punti oscuri per lei. Un giorno li avrebbe scoperti, ne era certa. Ancora si stupiva di tutti i turisti che visitavano la città ogni giorno.. si ricordava un po' com'era anche abitare a Le Havre, anche lì ce n'erano parecchi di turisti. Le sarebbe piaciuto tornare un giorno a casa.. soprattutto nel paese in cui era nata. A rivedere certe fotografie, le veniva tanta di quella nostalgia che la rattristava il fatto di essere arrivata a Monaco. Ma quella tristezza passava in fretta, perché amava anche quella sua nuova città, aveva iniziato ad apprezzarla tantissimo, soprattutto dopo aver finito il liceo.
    Senza guardare dove andava, si ritrovò in Karlsplatz, dove diede il meglio di sé, andando a sbattere contro un sacco di turisti. Tutti in blocco, tutti lì, nessuno che si spostava. Avvicinandosi alla fontana della piazza, si scontrò con un'altra persona - Aaah! Mi dispiace moltissimo! - si scusò subito, neanche avesse fatto chissà quale catastrofe, per poi finire con una leggera risata sentita - Dovrei imparare a guardare dove vado - lo disse con un sorriso divertito, come se fosse normale per lei essere così imbranata. E lo era, era la persona più imbranata che conosceva..

     
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    Era una bella giornata, e stare sui libri non era il caso. Quindi, visto e considerato che studiavo qualcosa che teneva conto sia di una parta pratica che di una teorica, ecco che presi la videocanera. Uscii poi dal mio appartamento e cominciai a girare per la città, filmando nel mentre. Era una delle riprese che amavo maggiormente, quelle dal punto di vista di chi camminava, aiutava ad entrare nel personaggio o nella persona e comunque potevo fare delle belle riprese a Monaco, che di certo aveva molto da mostrare oltre alle solite cose da dèpliant turistico.
    Ed ecco che arrivai in Karlsplatz, dove mi sedetti un momento per fare riprese anche alle persone, ma non solo. Rimasi fermo qualche minuto, quindi ecco che notai una ragazza in mezzo alla folla, dai capelli rossi che sembrava un tantino impacciata. Feci qualche ripresa, ma poi mi alzai, avvicinandomi alla fontana. Arrivato a destinazione mi fermai, facendo qualche ripresa alla piazza, ed ecco che qualcosa mi venne contro, o meglio qualcuno Tranquilla le dissi sorridendo tranquillamente Non ti sei fatta male, giusto? chiesi quindi osservandola. Avevo spento la videocamera intanto, o meglio la misi in stand-by visto che era meglio..

     
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    C'era poco da fare, quando si trovava in mezzo alla gente, non andava nel panico, semplicemente si ritrovava in mezzo, letteralmente, andando a sbattere contro tutto e tutti. E non lo faceva nemmeno volendo, era semplicemente tanto imbranata e sempre con quella testolina tra le nuvole. Ah beh, ma era quello che la rendeva adorabile, no? Così si diceva ogni volta. Cercava di autoconvincersi, e ce la faceva pure a volte. Quel giorno non era diverso dagli altri. Non riusciva a studiare così decise di scendere in città e gironzola un po' in giro. I problemi arrivarono quando si ritrovò in Karlsplatz, con settecentocinquanta mila e più persone. E lei andò contro a almeno due blocchi di turisti, che non si volevano proprio staccare. Neanche fossero attaccati con l'attack!
    Sopravvisse ai primi blocchi, ma non finì lì, dato che si scontrò con un'altra persona. O povera lei, che stava combinando. Si scusò e si mise a ridere, prendendosi in giro. Doveva seriamente imparare a guardare dove metteva i piedi perché non poteva continuare così. Si tolse le cuffiette e le buttò in borsa. - No no, io sto benissimo, tu? Scusami ancora se ti son venuta addosso, ma non sei il primo contro cui sbatto - rispose ridendo, alzando poi lo sguardo sul ragazzo su cui era andata a sbattere. Un flash la colpì. L'aveva già visto, ne era più che certa. Ma oltre che essere imbranata dimenticava spesso la gente che incontrava. Facce, voci, nomi, tutti svanivano dalla sua mente poco dopo. Eppure, era convinta di, se non proprio conoscerlo, di averlo già visto. Ma dove, dove l'aveva già visto? Sembrava un ragazzo, cioè, era un ragazzo. Forse poco più grande di lei? Sì, quello era possibile. Ma, dov'è che l'aveva già visto? Ma non glielo chiese, perché fu attirata dalla videocamera che teneva in mano. Che fosse un turista anche lui? No, non dava l'aria da turista. - Stavi filmando qualcosa di interessante? Ti piace l'arte della regia, per caso? - domandò curiosa, anche per sapere se l'idea che si era fatta fosse giusta. Magari l'aveva incontrato in università, chi poteva saperlo. Con quella domanda, prendeva due piccioni con un fava. Soddisfava la sua fame di curiosità e si dava una risposta sul fatto di "conoscerlo".

     
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    In piazza,, qualunque e non solo in Kalrslplatz, era possibile trovare gente di ogni genere. Un altro luogo dove si potevano fare belle riprese erano i parhi o i fuori città. Certo anche la città stessa ovviamente, ma tutto dipendeva anche da che idea di aveva in partenza. Quel giorno optai per andare in Karlsplatz per l'appunto, e feci diverse riprese, tra cui ad una ragazza che sembrava un tantino in difficoltà, anche se arrivò alla fontana senza incidenti.
    Tecnicamente si scontrò con me, ma provvedetti subito ad assicurarmi che stesse bene. Sentendo quindi la sua risposta sorrisi Meglio così, e sto bene affermai divertito da ciò che aggiunse L'importante è che nessuno si sia fatto male, non credi? le feci notare quindi per poi osservarla. Ora che la vedevo da vicino, la riconobbi, anche se non conoscevo il suo nome, ma da quel che ricordavo frequentavamo la stessa università. A quanto sembrava avevamo avuto la stessa sensazione di conoscerci e infatti ecco che notò la telecamera, che sollevai appena In effetti si e, si, è il mio percordo di studi le spiegai sorridendo Anche tu studi qualcosa legato al cinema vero? Mi sembra di averti vista all'Università.. le chiesi quindi, giusto per togliermi ogni dubbio..

     
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    Non le dava fastidio far vedere quanto fosse imbranata, a lei piaceva, non fingeva dato che era se stessa. Per fortuna che il ragazzo sembrava avere senso dell'umorismo, almeno non si sarebbe fatta una chissà che brutta figura. - Io sto benissimo, sono abituata ad andare a sbattere contro cose e/o persone. Se non si fosse capito, sono leggermente sbadata, ma non sempre! - disse tranquilla, ridendo, ma volendo specificare l'ultimo punto. Non era una svampita che si divertiva in quel modo, era semplicemente sbadata e, spesso, non faceva nulla per nasconderlo.
    La sensazione di conoscerlo era assordante, ma non gli chiese nulla nello specifico, si interessò più sulla telecamera e, dalla sua riposta ebbe anche l'altra che cercava. - Aha! Ero sicura di averti già visto da qualche parte! - sbottò con un mega sorriso divertito. L'aveva visto in università, ecco perché era così sicura di conoscerlo in qualche modo - Sì, io studio cinema, ma più la storia che proprio il come creare un film - specificò con un sorrisetto imbarazzato, senza nemmeno sapere il perché. Era solo Noëlle, una ragazzina che si comportava da ragazzina. Ah, ma dove stavano le sue buone maniere? Che ragazza maleducata era. Se lo diceva da sola, ma lo faceva sempre con il sorriso sulle labbra, mica si odiava. - Noëlle, ho appena iniziato il corso di studi, ma ho frequentato a tempo perso qualche lezione. E' forse questo il motivo per cui ti sembra di avermi già vista.. E poi, do' piuttosto nell'occhio, dato che una volta sono inciampata andando rovinosamente a sbattere contro il professore di Tecniche di produzione, o qualcosa di simile, non ricordo bene - disse, senza che quel suo sorriso svanisse, porgendogli una mano, mentre l'altra si grattava leggermente la nuca con fare imbarazzato. Insomma, aveva dato spettacolo pure nell'ateneo.



    Edited by säde - 28/7/2015, 21:49
     
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    Non erano molte le persone imbranate che ci ridevano su, anzi spesso usavano la cosa per fare le vittime, ma fortunatamente incappai in una ragazza appartenente al primo gruppo. La sbadataggine non è così brutta, basta che non ti fai male le dissi tranquillamente. Comunque sia, parve che entrambi fossimo sicuri di esserci già incrociati e non ci volle molto ad averne conferma ed alla sua esclamazione sorrisi divertito Il mistero è stato svelato, ottimo lavoro Watson dissi quindi sorridendo lievemente.
    Quindi le posi una domanda, la cui risposta giunse poco tempo dopo Oh capisco, insomma scenaggiatura? le chiesi, beh creare i copioni e caratterizzare i personaggi non era facile Chissà magari una volta lavoreremo assieme le dissi quindi, per poi sentire la sua presentazione Piacere, io sono Florian mi presentai facendo una piccola pausa Oh, c'ero quella volta, o meglio stavo arrivando in classe dissi ripensando all'episodio che esternamente era davvero divertente Fortuna che il docente è un po' strambo, se fosse stato quello di storia del cinema ti avrebbe mandata dal direttore affermai piuttosto tranquillamente, ed ovviamente le strinsi anche la mano, dopo la presentazione Allora, cosa ti porta in questa piazza? le chiesi tranquillamente..

     
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    Quel ragazzo le piaceva, era gentile ed era anche piuttosto simpatico – oltre che carino. E dire che di solito si ritrovava persone che le dicevano di essere troppo esageratamente imbranata o stupida. Lei non era stupida e nemmeno così tanto sbadata, semplicemente viveva troppo sulle nuvole. E non trovava nulla di male in questo. - Io non l'ho mai trovata un difetto e non mi sono mai fatta realmente male ad essere così sbadata, quindi non trovo nessun problema in ciò. Certo, dovrei stare più attenta, ma sto migliorando - gli rispose con un sorrisetto divertito. Era una ragazzina la francese, si comportava da tale, ma non era affatto stupida. Si dimenticava spesso le cose, ma lui era convinta di conoscerlo e infatti. - Grazie mille, Sherlock. - gli rispose divertita facendo un mini inchino. Sinceramente, non aveva mai avuto il coraggio di parlargli quando lo vedeva in università, ma fu veramente felice di andarci a sbattere quel giorno.
    Quindi passarono a parlare di quello che studiavano, tutto grazie alla telecamera che il ragazzo teneva in mano. - Esatto, ma è molto interessante, non credevo - confermò l'ipotesi del ragazzo. Sceneggiatura, la prima volta che era andata a cercare cosa fosse, non l'aveva trovata interessante. Quando era andata a qualche lezione, aveva completamente rivalutato la cosa, per questo aveva deciso di studiarla. E rimase estasiata dalle parole di Florian, mentre il sorriso si estese parecchio. - Mi piacerebbe molto poter lavorare assieme a te. - commentò con tutta tranquillità, mentre già la sua mente partiva ad immaginare chissà cosa. Ma tornò alla realtà quando finirono a parlare della sua bellissima entrata in scena in un'aula. Rise imbarazzata, ma divertita. - Infatti si è messo a ridere pure lui. Sono felice di averlo conosciuto così, perché è stato molto simpatico con me e ce l'avrò pure come docente al primo semestre. - disse tutta tranquilla, ma particolarmente entusiasta della cosa. Già non vedeva l'ora di cominciare a con le altre lezioni.. mentre doveva invece pensare a certi esami. Al solo pensiero, però, l'entusiasmo le si smorzava. Così rispose meno divertita alla domanda che il ragazzo le porse - Dovevo studiare, ma fa troppo caldo per farlo. Allora ho deciso di scendere in città e farmi un giro.. non immaginavo di finire a fare il flipper in piazza. - tornò nuovamente a scherzare. Era troppo difficile per lei tenere il muso pensando allo studio, che di solito le piaceva pure. - Tu invece? Stavi facendo riprese così per diletto o sono un compito? - chiese tutta curiosa, tornando ad osservare l'aggeggio che Florian teneva in mano. Non sapeva se fosse più affascinata dal ragazzo o dalla telecamera. Nel dubbio, credeva entrambi.

     
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    Ormai mancavano le persone che erano così genuine. Insomma ormai la maggior parte erano legate all'essere chi le persone che frequentavano volevano che fossero, senza pensare che avrebbero dovuto essere sè stesse e piacere per ciò che erano. Quindi, il fatto che lei fosse così, la rendeva semplicemente una gran bella persona.
    Ascoltai le sue parole e sorrisi Fai bene affermai facendo una breve pausa prima di proseguire Hai tempo dissi semplicemente, anche se speravo che non perdesse del tutto quella "sbadataggine" perchè in qualche modo, la rendeva la bella persona che era. Ok, la consocevo appena, ma era mio compito di aspirante regista, riuscire ad inquadrare le persone o come avrei scelto un futuro, gli attori perfetti per questo o quel film?
    Poco dopo mi complimentai con lei in stile Sherlock Holmes, quasi e sorrisi divertito dalla sua risposta anche perchè fu seguita da un mini inchino. Non passò molto da quel momento a quello in cui cominciammo a parlare del nostro percorso di studi, che in qualche modo era simile, ma al contempo era differente eppure erano due cose che coesistevano in simbiosi, anche perchè non esisteva film senza sceneggiatura. Meno male che è interessante allora dissi sorridendo, per poi lanciarle l'idea che magari saremmo riusciti a lavorare assieme, un giorno.
    L'idea parve piacerle Allora è deciso, prima o poi lo faremo esclamai quindi ed appurato ciò potemmo passare ad altor, come il fatto che ci fossimo già visti in Università e ricordammo anche una lezione, alla quale lei era andata a scontrarsi col professoreMe lo ricordo e credo che tu gli stia simpatica ora esclamai, sentendo anche che lo avrebbe avuto come docente Oh bene, è un bravo prof la informai, almeno sapeva di avere a che fare con una persona capace, oltre che predisposta alle risate.
    Le domandai cosa l'avesse portata lì in piazza e così ascoltai la sua risposta tra il comprensivo ed il divertito Ehi, è il bello della vita, non sai mai cosa ti riserva varcata la soglia di casa affermai sorridendole, per poi sentire la sua domanda Diciamo per diletto. E' un tipo di ripresa che mi piace, quella dal punto di vista del "protagonista" se vuoi ti mostro cosìho ripreso affermai, tanto non c'era nulla di che, per lo più io che camminavo, quasi del tutto erano riprese come se la telecamere fosse dietro gli occhi, anche se non era facile, mi sarebbe servita una microcamera, magari da appendere o poter far si che stesse ad altezza occhi senza dover tenere il braccio alzato e sorreggere la telcamera appunto Così in effetti vedo anche come sono venute esclamai poco dopo la prima frase, e si non ne avevo idea, magari era un pastrocchio..

     
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    La francese non poté far altro che sorridere, con un leggero velo d'imbarazzo – o era semplicemente piacere? – alle parole del ragazzo. Era così gentile, che non gli sembrava nemmeno vero. - Grazie, spero però di non perdere questa caratteristica. - rispose con un leggero sorriso, chiaramente parlando della sua sbadataggine. Certo, stava migliorando, ma non voleva perderla del tutto. Ci era affezionata alla sua sbadataggine, era una delle sue caratteristiche migliori. Almeno secondo lei. Così, dopo un incontro piuttosto inconsueto, cominciarono tranquillamente a parlare, ricordandosi come mai sembravano già conoscersi, almeno di vista. Erano entrambi studenti di cinema, chi per una cosa, chi per l'altra. Erano entrambi nello stesso campo. E, quando Florian scherzò dicendo che magari avrebbero potuto lavorare assieme, la francese non riuscì a trattenere un sorriso piuttosto entusiasta. E quel sorriso si ampliò ancora alla sua risposta. Sì ma così veramente sembrava non esistere, magari aveva preso una botta in testa andando a sbattere contro l'ammasso di turisti e adesso si stava immaginando quel ragazzo. E invece era tutto vero - Non vedo l'ora di poter lavorare con te. - commentò, stoppando quel flusso di pensieri senza dubbio senza senso. Quindi parlarono di come mai erano convinti di conoscersi, così lei poté raccontare la sua trionfale entrata in un'aula per una lezione, andando a sbattere contro quest'ultimo. Sì, meno male che era simpatico anche lui e aveva preso la cosa dalla parte giusta. Ed era convinta che fosse davvero un bravo professore e poi, si fidava di quello che Florian le diceva, dopotutto lui ne sapeva molto più di lei.
    Era uscita di casa per fare una cosa tranquilla ed era finita a fare il flipper in piazza, però aveva incontrato lui, quindi la giornata non era di certo andata male. Elle fu attirata presto dalla videocamera che Florian teneva in mano, così gli chiese se stesse facendo qualcosa per compito o solo perché gli andava così e ascoltò con attenzione quello che il ragazzo le rispose. Sorrise felice quando le disse che le poteva mostrare le riprese e annuì con convinzione. - Mi piacerebbe molto vedere cos'hai filmato. - disse con un sorrisetto - Ma hai mai pensato di prendere una videocamera più piccola e magari piazzarla su un casco o comunque metterla in qualche modo sulla testa? Hai presente i filmati che fanno gli stuntman, no? Così ci sarebbe anche fluidità nel video. Quanto ti giri, si gira subito anche l'immagine. - espresse con tranquillità i suoi pensieri, gesticolando leggermente quando parlava della videocamera sulla testa e la fluidità dell'immagine video. Lei non ne sapeva moltissimo di tecniche di filmato, ma ne aveva visti molti di video simili. Era solo un consiglio detto senza strani intenti, poi stava a lui se magari seguirlo oppure ignorarlo.


     
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    Già quella volta in aula avevo trovato che fosse simpatica, ma ora ne avevo la conferma. Un aggettivo che mi venne in mente praticamente subito era: genuina. Non sembrava per nulla “corrotta” dal mondo, dalle persone, da nulla, e ciò la rendeva dannatamente interessante. Con il corso di studi che stavo intraprendendo, mi insegnavano anche a riconoscere e “valutare” le persone. Non dando un giudizio, ma più che altro cercando di capire cosa avevano da offrire, meno si riusciva a capire e più interessanti erano.
    Sentendo la sua risposta sorrisi Te lo auguro. E se serve vedrò di pregare affinché ciò non accada le dissi sorridendo. Parlando del più e del meno, scoprendo che entrambi amavamo il cinema, sebbene due aspetti differenti, ma al contempo strettamente legati, le proposi di lavorare assieme un giorno. Forse aveva inizialmente pensato che fosse uno scherzo, ma non lo era per niente, tanto che poi la vidi ampliare il sorriso quando glielo feci capire Forse so anche quando potremmo.. riflettei, senza aggiungere altro per il momento.
    Successivamente a ciò ricordammo l’episodio dell’aula e dello scontro col professore, scoprendo che lo avrebbe avuto la rassicurai sulla sua persona per poi finire a parlare della mia videocamera, visto che stavo filmando fino a poco prima. Le proposi di osservare quel che avevo fatto e così le indicai il bordo della fontana, per accomodarci, anche se nel mentre giunse la sua domanda e sorrisi Certo che ci ho pensato, ma per averne una di buona qualità devo sborsare un bel po’. Sto risparmiando nei limiti del possibile.. le spiegai quindi, e si era una cosa che portavo avanti da anni, ma tra una cosa e l’altra era difficile risparmiare, e che non avevo grandi pretese per fortuna.
    Pertanto per il momento mi devo accontentare, ma ho fatto qualche ripresa carina.. le dissi quindi accomodandomi, per poi accedere alla memoria della memory card, così da mostrarle il filmato non appena si fosse accomodata a sua volta Ok.. ecco.. le dissi quindi passandole l’oggetto, così che andasse meglio a guardare..

     
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    Fu un incontro totalmente inaspettato, ma decisamente ben accetto. Parlare con Florian era divertente, istruttivo e pure curioso. Insomma, c'era di tutto. Parlarono del più e del meno, dei loro percorsi di studio, della coincidenza del fatto di studiare nello stesso ambito, solo cose leggermente diverse. Insomma, fu un incontro decisamente valido. E poi, Elle si divertiva parecchio, non solo perché rideva come una sciocca ragazzina qual era, ma anche perché Florian sembrava così normale, naturale che non sembrava nemmeno vero. E invece era davanti a lei in carne ed ossa, e sorriso decisamente assassino – ma quello era un dettaglio. Sinceramente, però, la cosa del lavorare assieme a lui l'attirava forse troppo e la sua risposta, lasciata lì quasi a metà, rese il tutto più attraente. Lo sguardo curioso della ragazza cercò di indagare tra le righe, ma non ci riuscì neanche lontanamente. Ma sia mai che gli chiedesse spiegazioni, no. Rimase lì, con quel sorrisetto tra il curioso e il confuso senza dire una parola. Sarebbe stata una sorpresa? Chi lo poteva sapere, solo lui. E non sembrava intenzionato a rivelarle gran ché. E la cosa dispiaceva alla giovane francese? Neanche un po', le piacevano molto le sorprese.
    Passarono velocemente a parlare della sua mirabolante entrata in un'aula per assistere ad una lezione di un professore molto stimato dagli altri docenti e pure dagli studenti. Ovviamente lei, per non farsi togliere l'etichetta dell'imbranata, ci andò a sbattere in un nanosecondo. Per fortuna che l'uomo era un tipo che prendeva cose del genere alla leggera e con divertimento, altrimenti per lei sarebbe stata la fine. Ma fu tutto perfetto, o quasi. Insomma, non finì dal preside, non finì in chissà che lista nera. Finì solo per fare la figura della sciocca ragazza sbadata. E la cosa le dava fastidio? No, era lei, non si dava poi grossi problemi ad ammetterlo. La cosa di Florian che attirò di più la francese – oltre il sorriso e la parlantina – fu la videocamera che il ragazzo aveva in mano. L'avevano sempre incuriosita le persone che giravano con videocamere o fotocamere e che filmavano quasi ogni passo che facevano. La rendeva anche piuttosto ansiosa, ma pure la intrigava. E quando lui le disse che poteva anche mostrarle cos'avesse filmato, alla ragazza si illuminarono gli occhi. Non ci credeva, era una giornata bellissima, stupenda, perfetta! Ovviamente, accettò, non senza esternare qualche pensiero dei suoi.
    Si sedette sul bordo della fontana indicato dal ragazzo e, posando a terra la borsa, ascoltò la risposta di lui. Effettivamente, non ci aveva pensato al prezzo di tali videocamere. Non ci pensava mai, a dirla tutta, dato che non ne aveva mai voluta una. - Non aveva pensato al prezzo spropositato di certe videocamere. - disse con un sorrisetto, mentre prendeva con cautela in mano la videocamera del ragazzo - Oh, sono sicura che se la persona ci sa fare, può fare bei filmati anche con un telefonino - commentò prima di spalancare gli occhi con meraviglia e divertimento crescenti. Mise una mano davanti alla bocca, cercando di trattenere una risata. - Non ci credo, hai filmato anche me che ti vengo addosso! - esclamò, finendo con una leggera risata, per niente sguaiata. Tornando leggermente alla normalità, cercò di darsi un minimo di contegno. Non era bello ridere così di una ripresa, anche se quest'ultima riprendeva lei stessa che faceva il flipper. - Comunque, hai una mano bella ferma e, anche quando sposti la visuale, sembra tutto così armonioso. Sei molto bravo, dico davvero. Belle riprese. - disse, con tranquillità ed un pizzico di ammirazione. Lei, a differenza sua, non aveva per niente una mano ferma e, ogni qualvolta cercava di fare qualche ripresa o fotografia, passava anni prima di riuscire a fare qualcosa senza far tremare l'obiettivo.


     
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    Un piacevole incontro, ecco cos’era. Era una ragazza simpatica e poi la sua entrata in scena era stata davvero spettacolare, non c’era che dire. Cominciammo a parlare un po’ di tutto, specie perché sapevamo di esserci già visti, ed infatti ricordammo anche la situazione, o meglio il luogo, visto che entrambi volevamo un giorno lavorare nel mondo del cinema, sebbene non come attori, ma io come regista e lei come sceneggiatrice e difatti avevo già deciso che avremmo lavorato assieme prima o poi, avevo anche una mezza idea su quando, sempre che accettasse ovviamente, eravamo pur sempre semi sconosciuti.
    Mi ritrovai a sorridere più volte durante la conversazione ed anche per quanto riguardava la sua reazione alla mia semi proposta di una collaborazione. Bene mi informerò se si può fare prima di proportelo seriamente le dissi quindi sorridendo ancora una volta e poi passammo oltre, visto che di argomenti ce ne erano e parecchi. Dopo un po’ era stata attirata dalla videocamera e così le proposi di vedere ciò che avevo filmato sino a quel momento, ovvero sino a che era venuta a sbattere contro di me.
    Dopo i suoi pensieri la invitai ad accomodarsi con me sul bordo della fontana ed una volta seduti risposi anche alla sua domanda riguardo le telecamere moderne, che si potevano appendere all’orecchio ad esempio. Tranquilla, non è grave. Se tutto va bene potrò averla a fine anno, o inizio del prossimo dissi quindi sorridendo, anche se erano anni che stavo risparmiando. Le porsi la videocamera sentendo le sue parole Questo è vero, ma dipende anche dalla qualità video del cellulare affermai, armeggiando con la videocamera e facendo partire il filmato dall’inizio.
    La osservai mentre guardava e sorrisi Ovvio! Era una bella scena da filmare esclamai sorridendole quieto e poi giunse anche il commento per fortuna Ti ringrazio esclamai quindi osservandola Sto facendo qualche prova per il filmato finale, quello per la laurea le spiegai quindi, anche perché era bello condividere quelle informazioni no? Ti va di filmare qualcosa? le chiesi quindi sorridendo quieto, lasciandole quindi in mano la videocamera.

     
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    In pratica, raggiunsero un tacito accordo. Un giorno, in un futuro, lei – futura sceneggiatrice – e lui – futuro regista – avrebbero lavorato assieme. Come, quando, dove e perché non era dato sapersi. Non ancora almeno. C'era tempo, molto a disposizione. Lei aveva appena iniziato la sua carriera universitaria in quel senso, lui ne era quasi alla fine. Prima di poter fare qualcosa di concreto assieme, ne sarebbe passato di tempo. Ma, anche il solo pensarci, la rendeva di una felicità tremenda. Esultò in francese, senza nemmeno accorgersene. Si scusò con un sorrisetto quasi imbarazzato e annuì alle sue parole. Era troppo prematuro dire che non vedeva l'ora di poter lavorare con lui? No, secondo il suo modesto parere da ragazzina che si entusiasmava per quasi qualsiasi cosa, no.
    Così si sedettero sul bordo della fontana, dove parlottarono un po' sulle videocamere, sul tipo e sul costo piuttosto elevato. Lei, da parte sua, non aveva tutto quel problema di soldi, ma non aveva mai pensato di volere una videocamera e non aveva nemmeno pensato davvero al costo che tale aggeggio poteva avere. - Spero tu ce la faccia ad averla allora. - disse con un sorriso tranquillo, ma sincero. Poi, rise leggermente alle sue ultime parole. Effettivamente, tutto dipendeva dalla qualità del telefono, dai pixel della lente e via così. Un qualcosa lo sapeva pure lei, ma non le importava poi tanto. Lei non era propriamente capace a fare foto o video stile grandi fotografi. Si accontentava di qualche foto a caso, che poi posta sui vari social in cui era iscritta. Si divertiva, quello era l'importante.
    Prese la videocamera del ragazzo in mano e si concentrò a visionare il filmato che aveva fatto. Si sorprese parecchio nel rivedersi fare il flipper e il venirgli addosso. Rivederlo in video, fu anche più divertente che farlo di persona. Arrossì leggermente a quelle parole, non sapeva nemmeno perché. Ma sorrise, sinceramente divertita e contenta. Perché? E come lo poteva sapere lei? Per sviare un po', si complimentò per il video ed ascoltò particolarmente interessata la risposta del ragazzo. Era bravo, era serio, si stava per laureare, era un bel ragazzo, era gentile.. Doveva per forza essere un sogno, non potevano esistere davvero ragazzi così dannatamente perfetti, anche se nessuno era davvero perfetto. E alla sua proposta, la giovane francese si meravigliò ancora di più. Parole meravigliate in francese, scapparono dalla sua bocca mentre si alzava con fare quasi poco convinto. Teneva in mano la videocamera, sapeva come funzionasse l'aggeggio, ma si sentiva tremendamente impacciata al momento. Filmare qualcosa, lei? Con la camera di un altro? Premette il tasto rec e iniziò a filmare, con calma, cercando di mantenersi professionale e con mano ferma. Però, sembrava quasi impossibile per lei. Le sopracciglia corrugate con fare piuttosto concentrato. Fece una videata della piazza, poi puntò l'obiettivo sul ragazzo. Con un leggero sorriso, prese a parlare - Su cosa farai la tesi? - chiese, senza smettere di filmare però. Si stava divertendo, a modo suo.


     
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    Speravo che quel futuro non fosse troppo distante. Volevo lavorare con lei quanto prima, anche se aveva appena cominciato qualcosa mi diceva che era brava e c’era anche un modo per scoprirlo. Intanto avevamo un accordo ed era già qualcosa. Avrei dovuto informarmi su alcune cose, prima di farle la proposta che avevo in mente, ma era questione di un paio di settimane al massimo, almeno se tutto andava bene ovviamente. La sentii esultare, chiaramente in francese, e sorrisi divertito Felice che l’idea ti entusiasmi affermai quindi sinceramente, per poi sentire le sue scuse imbarazzate Non devi scusarti le dissi semplicemente, sino a che era sé stessa bastava.
    Ci accomodammo quindi sul bordo della fontana, disquisendo un momento delle videocamere e cose simili. Quindi ecco che sentii le sue parole, riguardo alla telecamera da “orecchio” e le sorrisi Ti ringrazio affermai quindi sorridendo, per poi mostrarle le riprese che avevo fatto sino a che mi era venuta addosso, non che mi avesse fatto male o mi fosse dispiaciuto, insomma era un bell’incontro, anche perché era simpatica, diciamolo. Commentammo un momento il video, tra un sorriso e l’altro sostanzialmente. Le proposi di provare a fare qualche ripresa e la vidi alzarsi.
    Parve avere un momento di indecisione, ma poi ecco che si riprese e cominciò a riprendere, anche se non sapevo dire che cosa, almeno fino a che non me la puntò contro. Non ero abituato a stare davanti alla videocamera ad essere sincero. Comunque sia, alla sua domanda dovetti riflettere Ci sto ancora pensando a dire il vero. Ma visto che abitiamo in questa bella città, pensavo di fare una specie di documentario, leggermente diverso dai soliti dissi sorridendo, mantenendo comunque un tono enigmatico per quanto riguardava cosa avevo in mente..

     
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    Con tutto che la lingua la sapeva, spesso e volentieri le capitava di parlare la sua. A casa, soprattutto con il padre o quando sentiva il fratello o le sorelle, parlava francese, non tedesco. Quindi era anche normale che qualche parola francese le scappasse. Solo che quando succedeva con gli altri, non se ne rendeva conto subito, ma quando lo faceva, si scusava sempre. Non c'era un vero perché, era così e basta. Sorrise a Florian e si sedettero sul bordo della fontana a parlottare avanti. Elle non aveva problemi a parlare con la gente, le veniva anche naturale. Con il ragazzo era anche più semplice perché avevano interessi in comune. Era ancora più bello ed interessante parlare con lui, scambiarsi idee, informazioni, pensieri. Era meraviglioso, a detta della giovane francese. Ma quando il tedesco le disse che, se voleva, poteva filmare qualcosa, non se lo fece ripetere due volte. Filmò un po' la piazza, con fare concentrato. Poi, decise di spostare l'obiettivo su un soggetto in particolare: lui. Attraverso la lente della videocamera era ancora più carino. Era mai possibile? Beh, il ragazzo aveva il suo fascino, che poi avessero interessi in comune, lì la cosa superava di gran lunga tutto. Sorrise e gli fece una domanda, forse difficile, forse personale. Ma non smise di filmare. Le sue espressioni erano oro, per lei.
    La tesi di laurea. Lei, che era appena al primo anno, nemmeno ci pensava. Lui, che era alla fine, doveva pensarci eccome. E la sua risposta non fu esaustiva come la ragazza sperava, ma fu interessante quella parte enigmatica, misteriosa del tono di lui. Un documentario, ma diverso dai soliti. L'idea era interessante, veramente molto interessante. L'espressione di Noëlle diceva tutto e niente al momento. Un sorriso sghembo in volto e gli occhi curiosi, ma non si avventò contro il ragazzo per sapere tutto nei minimi particolari. - Un documentario sulla città o sulle persone che la abitano o la visitano? - chiese poi, facendo un piccolo zoom sul volto del ragazzo, precisamente sugli occhi. Stupendi occhi di colore diverso che la intrigavano parecchio. L'aveva notato solo ora, quella piccola differenza. Un occhio era azzurro, l'altro marrone che sembrava avere striature azzurre – poteva restarci per tanta bellezza. Restò ad osservarli, attraverso la videocamera per un po'. Non si accorse nemmeno di essersi praticamente imbambolata così. Mormorò qualcosa in francese, prima di ridestarsi da quella sorta di trance. - Hai degli occhi particolarmente interessanti, lo sai? Ti rendono estremamente affascinante, più di prima. - lo disse con tranquillità, nessun problema di sorta. Era un complimento, sentito, perché se ne sarebbe dovuta vergognare?



     
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