You can't know who and when you will meet..

Kaesia & Gabriel

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    Kaesia Sherye Weaver
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    Ero stata assunta per fare foto ad un matrimonio. Amavo i matrimoni, anche perchè spesso c'era sempre qualche bel ragazzo signle o insoddisfatto e potevo guadagnarci una bella notte. Comunque sia, per l'occasione, ovviamente, mi ero abbigliata in modo elegante e confortevole, visto che si ero "solo" la fotografa ma oltre a dipendere da me i ricordi di quella giornata, non potevo mai sapere chi avrei incontrato e, se a quel matrimonio avessi incontrato un bel ragazzo con cui passare una notte e niente di più, dovevo essere al meglio no?
    Non lo facevo solo per gli uomini, sia chiaro. Per me valevano abbastanza poco tutto sommato, ma per me stessa avrei fatto questo e altro. I miei genitori non approvavano quel mio modo di fare, talmente erano all'antica, ma i miei fratelli maggiori erano dalla mia visto che la vita era la mia e quindi era giusto che facessi quel che volevo, cosa che continuavo a fare ovviamente. La cerimonia era finita, quindi ci eravamo spostati verso l'Hofgarten, così da fare qualche foto suggestiva, senza contare che il banchetto nuziale si sarebbe tenuto in un ristorante lussuoso nei pressi del giardino stesso, gli sposi non avevano badato a spese Perfetto, perchè non chiamate i vostri genitori? Così ne facciamo qualcuna anche con loro proposi e, nel mentre, controllai ovviamente le foto fatte sino a quel momento. Intuile dire che ero munita di Reflex, la custodia la portavo appresso e in essa avevo anche diversi obiettivi e flash..
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    Gabriel Lanz
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    Va bene l’inserimento nel lavoro, ma così era troppo. Ora i colleghi lo immischiavano persino nella loro vita privata. Per esempio, decidevano di sposarsi e lo invitavano pure. Non che potesse meravigliarsi, in realtà. Aveva iniziato fin da subito a uscire con i ‘pezzi’ più importanti dell’azienda per facilitarsi la strada e trovarsi fin da subito la posizione in società che più gli era gradita. E comunque non poteva nemmeno lamentarsi. Se alcune uscite tra soli maschi potevano risultare alquanto noiose, un evento sociale come il matrimonio risultava invece molto più intrigante. Poteva incontrare persone interessanti – da leggere come donne attraenti – doveva solo stare attento alle parentele. Importunare qualche parente stretta della sposa era da evitare, in modo da non finire nei guai con lo sposo e, di conseguenza, il suo lavoro. Il suo lavoro era sacro, e una donna sola non valeva certo il rischio. Quindi, doveva puntare sulle amicizie, sulle conoscenze, sui legami meno fortificati. Beh, beh, beh, e cosa c’era di meglio, di completamente estraneo alla cerimonia e agli invitati, della fotografa? Si trovava all’ingresso dell’Hofgarten in compagnia degli altri colleghi di lavoro che erano stati invitati al matrimonio, perché questi avevano pensato di spiare gli sposi e prenderli maturamente in giro, e lui si era ritrovato a tenere gli occhi fissi sulla fotografa. L’aveva scambiata per un’invitata, prima di vederla all’opera. Attirava decisamente l’attenzione, ed era vestita in modo impeccabile. Così, i maturi colleghi che si annoiavano così tanto al ristorante e avevano pensato di andare a vedere cosa combinavano gli sposi gli avevano dato un’ottima opportunità. Forse aveva scelto già la sua preda, prima del tempo. Non si era ovviamente azzardato a seguire la cerimonia, si era presentato direttamente al banchetto, quindi non aveva ancora visto nessuno degno d’interesse, esclusa qualche cugina della sposa. Ma, come si era detto, quelle erano off limits. E ora doveva solo sperare che la fotografa non fosse qualche parente acquisita che si trovava lì in veste sia di ospite che di professionista, e il gioco era fatto. Poi giocava ‘in casa’, in uno dei suoi completi più distinti e impeccabili – non che di solito girasse come un barbone, in realtà – in una tonalità forte di grigio perla e cravatta azzurra. Si era quasi deciso a posticipare il suo approccio a quando si sarebbero spostati nel ristorante, ma poi l’occasione gli volò praticamente tra le mani. L’euforica sposa, alla ricerca dei genitori, chiese al gruppetto di colleghi – ovviamente non chiedendosi il motivo della loro presenza lì – di domandare alla fotografa se lei poteva fare qualche scatto con la sua damigella. E il caro Gab, veloce di riflessi, si offrì, prontamente ma disinvoltamente, volontario e si trascinò con sé un secondo collega, chiaramente uno già sentimentalmente impegnato, in modo da usarlo come messaggero. La bella professionista era china sulla macchina fotografica, mostrando loro un bellissimo profilo. Ah, da vicino era diventata doppiamente più interessante. - Scusami? La sposa vorrebbe sapere se può fare qualche foto con la damigella anche nel giardino, e non solo al ristorante - domandò con vago disinteresse, guardandosi alle spalle per vedere se i genitori si stessero già avvicinando o meno. Poi fece cenno al collega di andare a riferire la risposta, seguendone l’allontanamento solo brevemente. - Sei un’invitata? - domandò poi con un leggero accenno di curiosità sul volto, ben studiato, come se volesse meramente capire i suoi legami con lo sposo o la sposa.

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    Mi ero accorta di qualche collega dello sposo appostati, ma sinceramente non era mio interesse. Quanto all'attirare l'attenzione sapevo di farlo, e sapevo anche che non era carino nei confronti della sposa, ma sino a prova contraria mi ero limitata ad un abbigliamento elegante e professionale, se avessi voluto mettere in ombra la sposa avrei fatto di peggio, garantito. La sposa aveva una grande pecca, l'abito più sbagliato che potesse scegliere per sè stessa e glielo avevo pure detto, ma a lei piaceva però aveva comunque apprezzato la mia schiettezza. Quanto allo sposo era già meglio, bel completo, gli stava anche bene, ma lui non era questo granchè. Insomma si erano decisamente trovati.
    La meglio vestita tra gli invitati, quindi esludendo me ovviamente, era la cugina dello sposo. Le avevo fatto qualche foto molto volentieri, era pure fotogenica e si, era sempre piacevole trovare persone così qualche volta. Dopo le foto agli sposi dissi loro di recuperare i genitori e mi misi a controllare il lavoro sino a quel momento svolto. Inutile dire che ero stata eccezionale, ma d'altronde mica ero una finta professionista. Stavo ancora aspettando, quando vidi un'ombra, che si rivelarono essere due, quindi sollevai lo sguardo ritrovandomi davanti due uomini, sebbene il più intrigante fosse quello che mi rivolse la parola. Ascoltai le sue parole e guardai verso l'altro tizio Riferisci pure alla sposa che può e che se vuole qualcun altro lo chiami subito o il banchetto verrà posticipato all'infinito dissi senza preoccuparmi se risultavo leggermente acida, eppure scusate ma i ristoranti tengono un tot prenotato non possono all'inifinto a meno che non si prenoti per tutto il girono, logicamente.
    Quando il tizio se ne fu andato, tornai a guardare negli occhi lo sconosciuto e sorrisi leggermente No, sono la fotografa dissi ed ero "solo" quello Tu invece? Sposo o sposa? chiesi, per sapere chi dei due l'avesse invitato e, per questo, lo avrei pure ringraziato se fosse finita bene Come ti chiami? aggiunsi poco dopo, ma sempre dopo avergli lasciato il tempo di rispondere. E si, io non mi presentavo mai per prima, a volte non mi presentavo proprio..
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    Chissà se sarebbe riuscito a rendere interessante quel matrimonio. Non era da lui non darsi un obiettivo di giornata, visto che odiava soccombere alla noia. In quell’occasione, si diede da fare alquanto in fretta. Il banchetto non era nemmeno iniziato e aveva già trovato una donna degna delle sue attenzioni. E il fatto che fosse la fotografa – se escludeva il ‘piccolo’ dettaglio che avrebbe lavorato per la maggior parte del tempo – giocava rigorosamente a suo favore. Nessuno avrebbe potuto avere qualcosa da ridire sulle sue attenzioni… tranne la fotografa stessa, ovvio. Ma questo era ancora da vedere. Non si scompose sentendo la risposta che questa voleva mandare alla sposa. Ah, che caratterino. Gli piaceva. Cioè, gli piaceva il fatto che trovasse esagerate le richieste infinite della sposa, nonostante fosse il suo lavoro fare foto. Insomma, ma quanta importanza si dava a un’unione futile tra due persone? Comunque, non era quello il momento di fare considerazioni sul matrimonio, quanto piuttosto sulla donna. Rimasti soli, fece direttamente la domanda che gli serviva per aprirsi o chiudersi le porte in faccia. E, beh, tombola. Non era un’invitata. Anche se lo sapeva già che la donna era lì in veste di fotografa. Insomma, se n’era accorto, eh. Ma aveva fatto una domanda alquanto stupida, e si era meritato una risposta adatta a uno stupido. - Ah, scusami. Ti avevo confusa con una cugina della sposa… o dello sposo, non ricordo con precisione. E avevo pensato che come regalo di nozze ti fossi presa carico delle foto - commentò disinvoltamente, fin troppo. In realtà se l’era palesemente inventato, perché non c’era donna che avesse già visto che avrebbe potuto confondere con quell’attraente fotografa. Ma immaginò che una donna col caratterino pronunciato di cui aveva fatto mostra poco prima avrebbe potuto prendere quella confusione sul personale… e quindi o mandarlo a quel paese, o ripromettersi di diventare inconfondibile entro la fine della giornata. O la andava, o la spaccava. Nel mentre, venne sottoposto a interrogatorio. - Collega di lavoro dello sposo - rispose, con una scrollata di spalle. Insomma, lui era ‘poca cosa’ in quel matrimonio. In quanto a parentele, eh. La richiesta successiva lo sorprese un minimo. Per un attimo perse il controllo dell’espressione, ma durò molto poco. Mostrò presto un sorrisetto. - Gabriel Lanz, al tuo servizio - rispose con moderata galanteria, piegandosi in un mezzo inchino pseudo ironico, ma non malevolo. - Ma credo che dovrai chiamarmi poco. Dubito che comparirò in molte fotografie, credo di essere uno degli ultimissimi invitati - scherzò disinvoltamente, mantenendosi tranquillo e sorridente. - Ma, proprio per questo, sono a tua disposizione se ti servirà un supporto di qualsiasi tipo - si immolò per la causa, che nella sua testa era anche abbastanza specifica, ma che all’esterno sembrava solo una pacifica proposta di aiuto magari nel radunare invitati o sistemare i luoghi per le fotografie. Niente di più. Apparentemente. Il nome della fotografa non lo chiese, ma attese di scoprire se gliel’avrebbe concesso o meno.

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    Non mi importava minimamente se avevo ferito i sentimenti del messaggero o di chiunque altro. Dovevo fare foto non essere tutta fiori e complimenti vomitevoli. anche perchè ero sempre chiara su quel punto, non avrei finto che mi piacesse qualcosa. Era nella mia indole essere diretta e sincera come pochi, anche se spesso ciò feriva le persone. Sia chiaro che non ero una stronza completa nè ero senza cuore. Specie con certi tipi di persone, come ad esempio le ragazze sovrappeso, sapevo anche essere gentile a modo mio e le aiutavo volendo, certo non dovevano azzardarsi a darmi contro speci su qualcosa che conoscevo meglio di loro.
    Ma tornando a noi, colui che era stato accompagnato dal messaggero era un bel ragazzo, e sto minimizzando ovviamente. Parve pure non rimanere scioccato dalle parole che avevo utilizzato prima o, meglio, dal tono. Lo guardai dritto negli occhi, non temevo nessuno purtroppo per l'umanità. Risposi alla sua domanda in modo piuttosto.. stupido forse, ma semplicemente era per dire che davvero era una domanda idiota la sua. Sentendo le sue parole lo fissai Non ho mai ricevuto peggior offesa dissi quindi Hai però la fortuna di essere dannatamente sexy, quindi per stavolta sei perdonato. Ma ricorda, non mi si può confondere con nessun'altra dissi, con un pizzico di malizia nella voce. E, giusto come ultima informazione, se fossi invitata sarei vestita ancor meglio di così ed ora non saremmo qui a parlare, ma ci saremmo già trovati un angolo appartato dissi schiettamente e si, sarebbe stato perchè lo avrei avuto ai miei piedi in tempo ancor minore che non con quella mise.
    Poco dopo gli chiesi che rapporto avesse e con chi E bravo sposo esclamai solamente sorridendo leggermente, per poi chiedergli il nome Gabriel.. piacere dissi anche se il piacere era tutto suo Starei attenta a dire "al tuo servizio" se fossi in te lo misi in guardia ridendo leggermente come se avessi in mente qualche piano diabolico e poteva benissimo essere così. Alla sua aggiunta lo osservai Non sottovalutare la fotografa dissi, scattandogli una foto in quel momento esatto. Sapevo rubare foto come pochi, in realtà avrei potuto essere un cosidetto paparazzo e a volte lo ero, ma preferivo fare cose diverse.
    Non mi presentai ovviamente, io dovevo conoscere i nomi delle persone e gli altri non era così necessario lo sapessero, anche se spesso dopo una notte di divertimento tra le lenzuola, era facile dicessi il nome giusto perchè andavo ricordata ovviamente. Ascoltai quindi le sue parole e sorrisi Probabilmente a fine lavoro avrò bisogno di supporto, fossi in te starei nei paraggi.. esclamai con lo stesso tono Piuttosto, credi sia troppo crudele se vado dalla sposa e la tiro qui per le orecchie? domandai, in fondo c'erano delle tempistiche da rispettare non che mi cambiasse molto mi facevo pagare all'ora quindi più restavo più guadagnavo, no?
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    La domanda che aveva posto alla fotografa poteva effettivamente sembrare un po’ stupida, considerato il fatto che lui e il collega si erano avvicinati proprio per farle una richiesta riguardo il suo lavoro. Ma era proprio per questo che il doppio senso della sua domanda avrebbe dovuto essere palese e lampante, a parer suo. Ed era forse per questo che si prese la sua ‘vendetta’. Non era ammissibile che lui passasse per stupido quando non lo era, così di contro la donna doveva apparire ‘una delle tante’. La reazione della fotografa non tardò ad arrivare. Anche lui non temeva nulla in una donna, per questo sostenne il suo sguardo apertamente, con un vago sorriso che finì lentamente con l’allargarsi. Oh, sì, aveva fatto centro. Offenderla era quello che serviva come inizio, poi doveva solo capire le conseguenze di tale offesa. E, beh, sembrava che le conseguenze fossero altamente promettenti. Soffiò una leggera risata contenuta, distogliendo gli occhi solo per pochi frangenti, per effetto di scena. - Ti prego vivamente di perdonarmi. Mi sono accorto dell’errore madornale non appena ti ho vista da vicino. A una certa età, gli occhi iniziano a fare brutti scherzi, sai. Ma sta’ sicura che non ti confonderò più con nessuna - la rassicurò blandamente, facendo indugiare gli occhi pigramente su tutto il volto della bella fotografa. Quello che seguì, poi, sinceramente non se lo aspettava. E lui non veniva colto di sorpresa così di frequente. Inarcò vistosamente le sopracciglia, nascondendo in quel gesto la spontanea meraviglia che tanta sicurezza gli aveva causato. Non male. Non male davvero. Il suo pericoloso sorrisetto obliquo tornò a far capolino. - Devo urgentemente invitarti a un matrimonio, allora. Anche se, perdona la franchezza, dubito potresti essere ancora più affascinante di adesso - mormorò con lo sguardo che continuava tranquillamente nella sua invadenza. E in tutta probabilità non si stava limitando più al solo volto della fotografa. Ma era davvero la tattica più sicura, giocare col fuoco? Nel giro di pochi secondi, aveva capito che la donna sapeva decisamente il fatto suo, e lui la provocava con un complimento camuffato da insulto? Ah, evidentemente aveva scelto la sua strada. Come sempre, o la andava o la spaccava. Nel peggiore dei casi, c’era la famosa cugina dello sposo. E al diavolo i suoi propositi di non cacciarsi nei guai. Nel frattempo, in ogni caso, confidava che con la fotografa non andasse poi così male.
    Per qualche motivo assolutamente incomprensibile, riuscì a non fare commenti sull’eventualità di ritrovarsi in un luogo appartato con la donna. Forse, perché così sarebbe stato troppo facile. Voleva capire, per vie traverse, se la sua bella fotografa era una donna solo di parole o anche di fatti. Nel frattempo, non ottenne il suo nome. Sì, di fatti ne faceva, comunque. Sapeva come accalappiare le prede… oddio, prede, ma che andava a pensare? Non era lui il cacciatore? - Il piacere è tutto mio - ribadì semplicemente, senza darle modo di notare che stava aspettando la sua presentazione. Infatti, passò ad altro come se fosse soddisfatto così, come se lui avesse il coltello dalla parte del manico. Stavolta non si fece trovare impreparato, e al secondo commento allusivo della ragazza inarcò studiatamente un sopracciglio al di sopra dei suoi sorrisi più serafici. - Dici? Perché, che cosa sto rischiando, esattamente? - le domandò a quel punto, come se davvero non lo immaginasse.
    Poi venne colto nuovamente di sorpresa, ritrovandosi protagonista di uno scatto. Ah, questa era bella. O forse no? Per un attimo strizzò gli occhi come un pesce lesso, e lui non era mai il pesce lesso della situazione. Immaginò per un folle istante che quella fosse la procedura standard della fotografa. Fare foto alle sue prede, e poi appenderle al ‘muro delle conquiste’. Sorridendo del pensiero e della situazione, alzò una mano in segno di scherzosa resa. - Ok, ritiro tutto. Ma vorrei vederti mentre cerchi di giustificare gli scatti in più che ti concedi - la provocò ancora, ma stavolta più tranquillamente. - Attenta a non confonderci, poi. Altrimenti non sarebbe giusto che tu pretenda di essere ricordata - aggiunse mellifluo, colto da ispirazione. Praticamente immolandosi a un futuro assassinio, chissà. Comunque, tornarono presto a parlare di ‘servigi’. - Sarò pronto a farmi avanti - le assicurò senza indugio, mantenendo il sorriso vago e fermo sul viso. Non poteva proprio lamentarsi, a quel punto. Oddio, forse poteva lamentarsi del fatto che avrebbe dovuto trotterellarle nei pressi come un cagnolino, ma diciamo che in quel momento non stava ragionando col cervello. D’altronde, conosceva i suoi limiti. E conosceva le regole del gioco, e per il momento niente era stato infranto. Così, si sciolse in un sorriso sinceramente divertito quando il caratterino adorabilmente acido della fotografa tornò a farsi sentire. - Io, personalmente, mi delizierei non poco con questo spettacolo. Ma poi sarebbe triste se la sposa decidesse di liquidarti, e io non avrei nessuno da… aiutare, a fine cerimonia. E mi sentirei così inutile. Quindi, direi che… ah, guarda, sono bastate le tue paroline magiche - si interruppe, notando il ritorno dello squadrone e facendo un cenno alla fotografa. Fortunatamente la sposa si era portata solo i genitori e la damigella, senza aggiungere altri invitati alla comitiva. Gabriel incrociò le braccia senza togliere gli occhi dalla banda in avvicinamento, ma si chinò leggermente verso la donna per farsi sentire. - Non mi sciupare lo sposo, è un valido collega. Il destino degli altri è nelle tue squisite mani - mormorò con un sorrisetto, scrutandola in tralice. Lui, da parte sua, puntava a congedarsi momentaneamente, visto che non ci teneva a far parte delle foto ‘ufficiali’. Gli bastava essere entrato nel ‘muro delle conquiste’.

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    Molti uomini si vantavano di questo e quello. Una delle cose di cui si vantavano era che mai si sarebbero fatti mettere i piedi in testa da una donna, o permesso ad una donna di comandarli a bacchetta. Beh, razzolavano male visto che personalmente ne avevo messi a cuccia parecchi, ma probabilmente ero io che ero unica. Comunque, ciò che voglio dire è che è piacevole, almeno ogni tanto, incontrare qualcuno come Gabriel. Eravamo molto simili in effetti, ma forse proprio per questo la faccenda era intrigante ed interessante. In fondo ero uscita con talmente tanti tipi di uomini, che qualcuno simile a me mi mancava.
    Tornando al mio bell'interlocutore, il fatto che mi avesse "confusa" con un'altra delle invitate mi offese e parecchio. Nonostante ciò risposi abbastanza quieta, beh se si conta il mio solito modo di rispondere, tranquillo ovviamente. Lo fissai negli occhi, ascoltando poi le sue parole Non bastano delle semplici scuse dissi quindi, anche se poi ascoltai anche il resto e sorrisi leggermente Nemmeno avessi ottan'tanni. Avrai si e no trenta, trentacinque anni affermai, dopo averlo squadrato da capo a piedi. E si, dai, forse lo stavo perdonando un pochino. Poco dopo lo informai anche sul come sarebbe stata la situazione se fossi stata un'invitata e non la fotografa. Dall'espressione alle parole che utilizzò sorrisi leggermente, stava entrando nelle mie grazie, nel senso che non sarebbe finito sulla lista nera.
    Ti ringrazio, ma questo è per lavoro. Inoltre se ti serve una compagnia per un matrimonio, per evitare domande fammi pure un fischio dissi e si, ero seria, anche perchè gli passai il mio biglietto da visita. O, meglio, glielo misi direttamente in tasca. Poco dopo si presentò e così sorrisi leggermente, per poi non presentarmi, avremmo visto entro sera cosa sarebbe accaduto. Non passò molto che si disse al m io servizio e lo misi in guardia, alla sua domanda lo osservai Oltre ad essere usato come schiavetto e oggetto sessuale? Nulla direi.. dissi senza problemi, anche se non era esattamente nulla, ad essere sinceri.
    Gli feci una foto, visto che eravamo in argomento ed era solo la.. decima circa, che gli rubavo. La controllai ed era ovviamente venuta benissimo. Alla sua espressione ridacchiai leggermente Sappi che non è la prima lo informai, prima di sentire quanto disse Non li giustifico. Sei un invitato, come gli altri e ho fatto foto a tutti. Inoltre vengo pagata a ore, non a foto, quindi.. non potevano dire nulla in sostanza. E poi era stata la sposa a dirmi di fare foto a tutti, quando avevo occasione o c'era la luce o il momento giusto. Se un uomo mi colpisce non lo confondo con nessuno affermai, con tanto di occhiolino.
    Gli dissi poi che, probabilmente, dopo la festa, avrei avuto bisogno dei suoi servigi ed alla sua risposta sorrisi ancora un a volta, sempre leggermente. Non passò poi molto che la mia acidità tornò all 'attacco e, alle sue parole riflettei un momento Nah, le ho già detto che ha un abito orrendo e m i ha ringraziata per la sincerità lo informai, quindi ecco che mi fece notare che la sposa era di ritorno Allelujah esclamai osservandolo Ci vediamo dopo gli dissi quindi, dopo aver sentito le sue parole sullo sposo Cercherò di fare la brava risposi ridacchiando, prima di tornare al lavoro. Una mezz'ora dopo eravamo tutti dentro, per il banchetto e.. mi avevano pure affidato un tavolo, così che potessi fare una pausa, il problema era chi avrei avuto come compagni? Beh, la sorpresa ci fu visto che c'era Gabriel Salve dissi in generale, accomodandomi all'unico posto libero dove, come segnaposto, c'era un foglietto con disegnata una macchina fotografica..
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    La fotografa sembrava alquanto sprezzante del pericolo… del pericolo come lo intendeva lui. Possibile che stesse davvero giocando la sua stessa partita? - Non mi limiterò alle scuse - la rassicurò senza scomporsi, osservandola con un sorriso indecifrabile. Ah, certo che non si sarebbe limitato a quello. Ne era sempre più convinto. Poi, però, arrivò il suo momento di protestare. - Quel ‘trentacinque anni’ mi ha offeso mortalmente - osservò con fare risentito. Non che il suo amor proprio fosse realmente ferito. Gli avesse dato quarant’anni, forse avrebbe iniziato a preoccuparsi, ma in quel caso desiderava soltanto prendersi la sua parte di scuse e attenzioni. Una piccola rivincita. Avrebbe trovato altamente interessante indebitare la fotografa. Ma forse quello sarebbe stato solo un pareggio. Aveva la sensazione che non era facile vincere sulla donna. Ah, ma chi era lui per fare il prepotente. Il pareggio era quanto di più auspicabile potesse riservarsi.
    Faticò a stare dietro a quello che seguì. Nel giro di pochi secondi, si ritrovò una ‘compagna di matrimoni’ e un biglietto da visita in tasca. Non osò prenderlo per scoprire il nome della sua bella affiliata, perché avrebbe voluto ottenerlo in altro modo. Conquistarselo, forse. Riavutosi dal frangente – piccolo piccolo – di sorpresa, tornò a sorridere. - Questo è un aiuto che può essermi molto comodo. Renderebbe giornate come questa infinitamente più piacevoli - ammise, senza tuttavia spiegare il motivo per cui tale compagnia lo avrebbe… distratto. Delle domande dei colleghi non se ne importava molto. Anche perché circa la metà di loro era troppo intimorita dalla sua vita privata per farsi gli affari suoi. Questo chiaramente non lo disse, perché non voleva perdere quell’allettante possibilità. Sia mai che qualcun altro di sua conoscenza decidesse di sposarsi prossimamente. Poi fece una domanda diretta alla fotografa, e giustamente ricevette una risposta diretta. Chiara e precisa. Beh. Stavolta era pronto, e si risparmiò la faccia da pesce lesso. Inarcò un sopracciglio, prima di parlare. - Non sono un vigliacco. Certi rischi vanno corsi. Ne sono consapevole - scherzò con aria assolutamente seria – al di sopra di un sorriso, s’intende. Essere usato come oggetto sessuale? Non poteva lamentarsi. Così si risparmiava di sicuro tutte le manovre di fuga che azionava dopo aver ottenuto quello che voleva. Sembrava che la fotografa non avrebbe tentato di bloccargli la fuga, no. Essere usato come schiavetto? Questo era da discutere. - Ma certi favori li accordo solo in determinate situazioni - la avvertì, con un sorriso distratto e uno sguardo fin troppo attento posato sul suo profilo. Qualora non fosse ancora chiaro che tipo d’uomo era lui, era sempre prudente dare qualche indizio in più.
    Poi, tornò ufficialmente pesce lesso. Due volte di seguito. Gravissimo. Ma questa davvero non se l’aspettava. - Non è la prima? - gli venne da chiedere, perdendo per un attimo il controllo sul suo studiatissimo aplomb. Beh, nessuno è perfetto. Ma si riebbe presto, sciogliendosi in un sorriso sinceramente divertito. Che pepe che aveva quella donna. Doveva rimanere con i sensi allertati, bene. - Se sono venute anche bene, sei davvero brava. Dici che per la fine della giornata mi sarò guadagnato il diritto di guardarle? - le chiese. Perché era troppo facile chiedere di guardare le foto in quel momento. Lui non sceglieva mai la strada facile. La strada facile lo annoiava. Cosa c’era di più stuzzicante di mettersi nelle mani di una donna così pericolosa? Una donna comunque brava a curare anche l’amor proprio degli altri, quindi lui non poteva davvero lamentarsi.
    Quando la fotografa parlò della sposa, lo divertì sinceramente. Per una volta, stava iniziando a comprendere che la donna avrebbe potuto intrattenerlo anche con quel suo caratterino, e non solo con quello che entrambi si prefiggevano di raggiungere per la fine della giornata. Era una prospettiva nuova, per lui, ma ne avrebbe approfittato. Ridacchiò leggermente, immaginando la sposa che ringraziava la fotografa dopo gli insulti al vestito. - Effettivamente, è una scelta infelice - convenne con fare diplomatico, annuendo distrattamente tra sé. Lui parlava unicamente in base all’occhio del maschio seduttore, ma questa rimaneva pur sempre una delle fonti più affidabili in materia. - A dopo - salutò la donna, portandosi due dita sulla fronte, allontanandosi dal covo malefico di sposi e damigelle. Troppo giubilo per lui, era ora che si togliesse di scena e si facesse attendere. O forse era lui che avrebbe atteso lei. Non sapeva più con certezza chi aveva nel sacco chi.
    Comunque, si interessò con discrezione alla disposizione dei tavoli, scoprendo che giustamente la fotografa era stata aggiunta al tavolo degli esterni alla famiglia. Ottimo, non doveva nemmeno intervenire. O meglio, l’unica piccola ‘correzione’ che fece fu quella di invertire accidentalmente la postazione di un collega con la sua, affiancandosi direttamente alla donna. Così sarebbe stato a portata di profumo e di tocco, e non avrebbe potuto lamentarsi di nulla in quella cerimonia. Quando gli sposi tornarono furono invitati a prendere posto, e l’arrivo della fotografa venne accolto con lentezza, perché alzò lo sguardo solo quando questa gli fu direttamente vicino. - Ah, salve. Ma che piacevole coincidenza - interloquì affabilmente, dopo che il resto del tavolo ebbe accolto la donna. Un lampo di divertimento gli passò nello sguardo, ma non disse né fece nulla per farle intuire che la disposizione dei posti non fosse casuale. - È andato tutto bene? - le domandò tranquillamente, scoccando un’occhiata agli sposi. Beh, erano entrambi vivi.

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    Suvvia, in fondo non amavo i matrimoni, quindi che potessi divertirmi un po' con un invitato non era una brutta cosa no? Non c'erano clausole che lo vietevano, non che ci si pensasse, specie se si aveva a che fare con una ragazza. In fondo quante andavano con chiunque le andasse? Poche, ecco quante. Io ero tra quelle, ma forse all'apparenza non sembravo quel genere di persona. Comunque, mi rivolsi a Gabriel ancora una volta e, alla sua risposta, sorrisi E' quel che volevo sentire affermai con tono malizioso, per poi valutare ad occhio e croce quanti anni potesse avere Addirittura? Vorrà dire che mi dovrò fare perdonare esclamai cercando di essere più suadente possibile. Cosa che di norma mi riusciva facile come respirare, ovviamente.
    Quindi non mi rimase che continuare quellla conversazione alternativa. Mi offrii anche di fargli da accompagnatrice ad eventuali altri matrimoni. Il mio biglietto da visita riportava il nome del mio studio fotografico che no, non conteneva informazioni sul mio nome, ed i numeri di telefono e fax. Intanto ascoltai le sue parole e sorrisi, semplicemente. Poco dopo lo misi in guardia sul dire determinate cose con me, gli spiegai la motivazione e la risposta mi piacque parecchio, lo ammetto. Bene allora affermai semplicemente, sentendo poi quella sorta di clausola Mi sembra il minimo dissi quindi, anche se ero talmente sicura di me, che si, sarei riuscita in qualche modo a fargli fare ciò che volevo.
    Gli feci una foto, una delle molte, informandolo poi che appunto non era l'unica che gli avevo rubato Ovvio che no. Sei parecchio fotogenico, e poi sembra che tu abbia una predisposizione per metterti nei punti giusti con la luce giusta spiegai, in tono del tutto professionale. quando disse il seguito sorrisi Probabile, sei il miglior modello di oggi, assieme ad una delle invitate della sposa gli spiegai, quindi si, il minimo era dargli un'anteprima delle foto. Ovviamente dipendeva anche da come sarebbe proseguita la giornata.
    Finimmo a parlare della sposa, e gli dissi che aveva accettato bene la mia critica sul vestito e, sentendo che era d'accordo sorrisi Contenti loro.. aggiunsi quindi, per poi doverlo salutare così da rimettermi al lavoro. Fui poi informata che durante il pranzo, sino a che non c'era il dolce, potevo prendermi una pausa e anzi, mangiavo con loro. Ero stata assegnata al tavolo degli esterni alle due famiglie e trovai Gabriel Chi si rivede esclamai, sentendo anche le sue parole ed osservando un momento gli altri Ovviamente, avevi dubbi? chiesi, per poi riflettere un secondo Per caso, centri qualcosa? domandai, indicando con un cenno i cartellini coi nomi. Mi era stato detto che sarei stata vicino ad un tizio che non era Gabriel sicuramente, quindi l'unica era che ci fosse stato un.. cambiamento, ben accetto logicamente..
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    Erano bastati due secondi per decidere l’incontro tra lui e la fotografa. Fosse stato un po’ meno sicuro di sé, avrebbe pensato a uno scherzo televisivo, con tanto di telecamere piazzate da qualche parte. Conoscenze del genere, in tutta sincerità, non ne faceva quotidianamente. E in genere la vittoria con una donna doveva ‘lavorarsela’, non vedersela pseudo regalata in quel modo. Ma sapeva bene che non era così. Se aveva capito davvero bene, e quindi la donna era come lui, la fotografa si sarebbe giocata la partita fino alla fine, senza dare nulla per scontato. Ecco un nuovo modo per giocare, un modo che sinceramente non gli stava dispiacendo affatto. - Troveremo il modo per farti discolpare - le assicurò con un sorriso lieve, ma penetrante, dopo che ebbero finito il loro scambio simmetrico di tattiche. Si erano ‘offesi’ a vicenda, indebitandosi l’uno con l’altra. Non rimaneva che comprendere in che modo entrambi avrebbero riscosso.
    Nel frattempo, comunque, non persero di certo tempo. La fotografa pose le basi per una specie di sodalizio duraturo tra di loro, o almeno per un secondo, futuro incontro. Praticamente gli stava dicendo che potevano usarsi a vicenda, vero? Se così fosse stato, non si sarebbe assolutamente tirato indietro. L’affare sembrava davvero promettente. Insomma, essere uniti senza vincoli, secondo lui, non era il paradosso che tante persone gli avevano sottolineato che fosse. La fotografa sembrava una delle poche, se non l’unica, a pensarla come lui. Doveva solo scoprire se lo pensasse davvero, o stesse solo fabbricando una grande fregatura. Lui era disponibile a correre il rischio, in ogni caso. Dopo aver fatto qualche doverosa clausola al ‘contratto’. La donna sembrò accettare, e lui non si curò di insistere. - Ottimo - concluse semplicemente, con un sorriso ancora lieve.
    La questione fotografie, invece, lo colse di nuovo di sorpresa. Non che fosse una cosa negativa, perché non era di certo così geloso della sua immagine, anzi. Diffonderla poteva solo giocare a suo vantaggio. Il commento della fotografa, comunque, gli strappò una lieve risata divertita. Spontanea, quasi. Spettacoli rari da parte sua. - Mi duole ammetterlo, ma non lo faccio con consapevolezza - disse, con una scherzosa smorfia di resa. Però era buono a sapersi che avesse la predisposizione per la fotogenicità. Poi non seppe trattenersi. - Bene. Allora, forse, io e questa invitata dovremmo farci qualche foto insieme, per celebrare l’arte della fotografia - propose, con un sorrisetto stavolta costruito ad arte.
    Poi il primo incontro finì, e lui e la fotografa si ritrovarono soltanto quando il pranzo nuziale stava per avere inizio. Non sapeva se la donna era stata informata sul suo tavolo o sul suo posto, ma fece un piccolo ‘giochetto’ per ritrovarsela proprio accanto. Niente di che, suvvia. Quando venne interpellato dalla donna in merito ai suoi dubbi sulla salvaguardia degli sposi, sorrise in modo – volutamente – accennato. - Certo che no. Avevo fiducia nella tua buona volontà - la rassicurò, con un luccichio negli occhi. Poi venne una domanda inaspettata, che però lo trovò comunque del tutto preparato. Senza traccia di essere stato colto in fallo o simili, si assicurò che il gruppo di colleghi si stesse facendo i fatti suoi per avvicinarsi di poco al volto della fotografa e annuire. - Ho fatto un favore a un mio amico. Vedi, Georg soffre di claustrofobia. È meglio che stia più vicino alla finestra - fornì una spiegazione tanto paradossale e chiaramente fasulla con la naturalezza di chi stava parlando di cose ovvie, facendo un vaghissimo cenno all’uomo seduto accanto a lui. Poi, osservò languidamente la fotografa con un sorriso appena accennato, forse sfidandola mutamente a protestare o smascherarlo. Probabilmente, in entrambi i casi si sarebbe divertito comunque.
    Si fermò dai suoi giochi solo quando il banchetto ebbe inizio, permettendo alla fotografa di mangiare in santa pace e di farle fare la conoscenza anche dei suoi noiosi colleghi, qualora lo avesse desiderato. - Verrai impegnata di nuovo solo quando dovranno tagliare la torta? - le domandò con apparente innocenza, tra una cosa e l’altra. Forse per farsi dei suoi calcoli personali. Comunque, sembrava a suo agio e contento di dividere il tavolo con almeno una persona interessante. Poveri colleghi.



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    Era sempre divertente fare incontri del genere. Ok, in alcuni casi si era estremamente sfortunati e si finiva a dover sopportare delle sorte di stalker, che non facevano che aumentare il disgusto. Oppure c'era anche la versione dei narcisi che a conti fatti non era questo granchè. Insomma ok essere di bell'aspetto, ma serve anche un cervello o tanto mi fa, vi pare? Per fortuna, a quel matrimonio, c'era Gabriel, bello, intelligente, sicuro di sè e dannatamente sexy. Qundi si, mi era andata di lusso se vogliamo. Era una partita quindi aperta, praticamente era come se avessimo dato al nostro avversario uno scorcio di quel che poteva essere il continuo, ma senza mostrare troppo le nostre carte o il divertimento si perdeva.
    Ne sono certa risposi alle sue parole, con un lieve sorriso. Quindi passammo ad altro. Visto che mi stava simpatico mi offrii come "accompagnatirce" per eventi, essendo una bella ragazza avrebbe solo fatto ancor più bella figura lui, vi pare? E tra una parola e l'altra avemmo il nostro contratto tutto strano, puramente verbale logicamente. E poi gli dissi che non gli avevo rubato una sola foto ma molte altre, oltre che del fatot che si trovava sempre nella posizione giusta al momento giusto ed era un peccato non scattargli una foto. Sentendo il suo commento sorrisi Ed è questo il bene. Se tu cercassi di farlo consapevolmente, non otterresti lo stesso risultato. Poco dopo aggiunsi anche l'informazione relativa all'invitata e, alle parole di Gabriel sorrisi Ecco, questa è un'ottima idea affermai, anche se poco dopo dovemmo salutarci, visto che il lavoro, e la sposa, mi chiamavano.
    E così scattai quelle foto, fino a che non giunse la pausa, ovvero il pranzo. Ero stata assegnata al tavolo degli esterni e guarda caso ero vicina a Gabriel. Quindi salutai tutti, accomodandomi e rivolgendomi subito all'uomo, si perchè non mi preoccupavo troppo di sembrare maleducata. In realtà prima risposi ad una sua domanda Ma che bravo commentai, prima di cheidergli se ci fosse il suo campino nel fatto che eravamo vicini, guarda "caso". Sentendo la sua risposta osservai un secondo l'uomo prima di tornare a guardare Gabriel Non mi avevi detto che eri un angioletto custode dissi con tono da presa in giro, volutamente ovviamente. Non avveo intenzione che i posti venissero scambiati ancora, quindi per stavolta lasciai passare, almeno potevo eventualmente sparlare di qualcuno con Gabriel, anche solo per passarci il tempo insomma.
    E dopo un po' il banchetto ebbe inizio e ricevetti la domanda del giovane uomo Già, ti dispiace forse? domandai, osservando anche il piatto che avevo davanti. Speravo che la sposa non pretendesse di avere anche le foto del banchetto, di ciò che veniva servito, anche se non ne aveva fatto menzione. Beh, l'importante era che se ne ricordasse prima che fosse troppo tardi, eventualmente Comunque, siete tutti colleghi? domandai, giusto per curiosità.. oppure era un piccolo dispetto così da togliere la mia attenzione da Gabriel? Sebbene per poco?Chissà..
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    In genere considerava il matrimonio uno spreco totale di tempo, di denaro, di interessi, di qualsiasi cosa, ma quello si stava rivelando davvero bello. Più che altro, utile. L’esatto contrario di uno spreco. Aveva trovato un’ottima compagnia, e tale ottima compagnia lo avrebbe intrattenuto, in modi diversi, per tutto l’arco della giornata. Prima di tutto, la donna sapeva parlare. Sapeva come usare le parole, e non era un pregio comune in una femmina. Di solito le altre lo infastidivano o annoiavano con le loro ciance a vuoto, questa invece lo lasciava costantemente sull’attenti. E lo coglieva anche di sorpresa! Fattore ancora più raro. Non se la prese a male per un paio di scatti rubati, e si prestò volentieri a quello scambio di battute. Si aspettava la replica della donna in merito al suo talento ‘naturale’ di mettersi in posa senza consapevolezza, per cui si limitò ad annuire con un vago sorriso divertito. Fortunatamente non era nel suo interesse sforzarsi per domare l’obiettivo e vincere la battaglia per venire sempre impeccabilmente in fotografia. Quanto invece alla proposta che lanciò con disinvoltura, valutò silenziosamente la reazione della fotografa, mentre sorrideva con aria vagamente soddisfatta. - Non mancheremo - le assicurò, poi si separarono momentaneamente.
    Il ‘fato’ gli riservò un posto proprio accanto alla donna, solo che lui aveva dovuto dare una mano al processo, ecco. E la donna, forse precedentemente informata, non si fece sfuggire il dettaglio. Poco male, lui si divertì molto a fornirle la sua spiegazione. Non si fece minimamente smontare dal tono sarcastico della fotografa, ma di contro sorrise con fare modesto, e impercettibilmente divertito. - Era il minimo che potessi fare. Un’accortezza che avrebbero preso tutti, ne sono sicuro - la informò, osservandola con indolenza mentre parlava, forse per gustarsi la reazione. Poi però distolse lo sguardo. L’attenzione venne divisa tra lei e l’inizio del banchetto, ma dopo un tempo ragionevole le sue domande tornarono a rivolgersi alla fotografa. Piccole informazioni che gli sarebbero state utili molto presto. Osservando la donna in tralice, scosse impercettibilmente la testa. - Niente affatto. Volevo solo sapere se avevo l’opportunità di chiederti un ballo - le spiegò con estrema disinvoltura, ‘dimenticandosi’ persino di sorridere, anche se probabilmente era tutta tattica. Poi, la ‘malefica’ fotografa fece un po’ di indagini anche sul resto della tavolata. Lui apparentemente non sembrò prendersela. - Noi sì - confermò lui, con un gesto che abbracciava la maggior parte del tavolo mentre i suoi colleghi annuivano oppure rispondevano personalmente, presentandosi o sorridendo, poi appuntò gli occhi sulla coppia seduta proprio di fronte a loro, che affermò di essere un’amicizia della sposa. E probabilmente stavano anche insieme, quindi non si concentrò più di tanto di su loro. Di contro, tornò a scrutare in tralice la fotografa, curioso. Qual era la sua mossa? Parlare con il povero Georg per mettere lui in disparte? Lui era pronto a studiare i suoi schemi, senza problemi.

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    Il bello dei matrimoni, per una fotografa, era che sostanzialmente, si veniva pagati bene. Inoltre si poteva spesso rifarsi gli occhi con alcuni ospiti. Mi era anche capitato di conoscere alcuni cantanti famosi, grazie a qualche matrimonio super ricco e simili. Insomma, era una bella occasione da quel lato, al contempo potevo mangiare gratis, bere gratis e beh, erano cose che andavano sempre bene. Sia chiaro che non bevevo mai troppo, specie sul lavoro. Ma tornando a noi, quello in questione sembrava abbastanza.. monotono, almeno sino a che non avevo puntato Gabriel, che decisamente rialzava il livello della cerimonia.
    Dopo qualche scambio di informazioni e battute di conoscenza, dovetti salutarlo a causa del lavoro, appunto, ma quella divisione non durò molto, al contrario. Infatti, una volta che mi diedero la pausa per il banchetto, ecco che andai al mio tavolo, dove mi ritrovai come compagno, tra gli altri, proprio Gabriel. “Casualmente” ero anche seduta accanto allo stesso. Gli chiesi se sapesse nulla di quello spostamento e disse qualcosa su uno degli altri presenti. Dopo le mie parole, ecco che giunse la sua replica e sorrisi Certo Gabriel, certo esclamai semplicemente, leggermente divertita. Ormai era come se lo conoscessi da una vita, il che rendeva tutto più divertente.
    Mi chiese in che momento avrei dovuto riprendere il lavoro e sorrisi, alla sua risposta Posso sempre chiedere di poterne fare uno osservai. Insomma uno su i molti che avrebbero fatto non era mica molto, vi pare? Chiesi poi degli altri al tavolo e Gabriel mi spiegò chi era suo collega. Osservai quelle persone e no, non sembravano interessanti. Oh, amici della sposa eh? esclamai, osservando la coppia, senza un reale tono, visto che le coppie come loro erano sufficientemente noiose. Quindi la cena ebbe inizio e, approfittando delle bocche piene altrui, mi sporsi leggermente verso Gabriel Temo tu sia la persona più interessante qui, dopo me ovviamente gli confidai, prima di ritirarmi un poco Che lavoro fate? chiesi, in generale, ma a Gabriel, sarebbe stato chiaro che era una domanda diretta più a lui, che non al resto della tavolata..
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    Chissà se al povero Georg fischiavano le orecchie. Fatto sta che lo utilizzò prontamente per dare una spiegazione ‘fantasiosa’ alla fotografa in merito alla nuova disposizione dei posti. Dopotutto, non aveva motivo di nascondere il suo operato macchinoso, né d’altronde si sarebbe divertito a confessare apertamente. La risposta della donna, comunque, mostrava che sapeva come divertirsi e stare al gioco. Niente male davvero. Le sorrise con finta aria angelica, ma il luccichio nello sguardo era d’intesa.
    Al momento giusto, poi, fece una domanda ‘tecnica’ alla fotografa. Non si scompose più di tanto, né quando la donna lo accusò di volersela togliere dai piedi né quando chiarì semplicemente le sue intenzioni. La risposta che ottenne, comunque, gli fece affiorare un lento sorriso. - Sono abbastanza certo che te lo concederanno. Per questo devo accertarmi che tu lo concederai a me - le spiegò di nuovo apertamente malizioso, con un sorriso tra l’angelico e il diabolico. Si trovava nella giusta metà, insomma.
    Poi però la loro conversazione iniziò a inglobare più persone, su iniziativa della fotografa. Non si chiese più di tanto il perché di quella mossa, ma rimase solo parzialmente in disparte a godersi la scena. Interveniva comunque prontamente, quando interpellato. I suoi colleghi erano abbastanza inutili: chi perché sposato, chi perché proprio noioso. La coppia amica della sposa, invece, in risposta all’osservazione della fotografa spese qualche vaga parolina per spiegare il loro rapporto con lei, non riuscendo manco per sbaglio a catturare il suo interesse. Quello venne di nuovo aizzato solo nel momento in cui la fotografa si protese leggermente verso di lui. Ottenuta la sua piccola vittoria, insieme a un piccolo sorriso inarcò interrogativamente le sopracciglia. - “Temi”? I tuoi standard devono essere veramente alti - ipotizzò a quel punto, senza una particolare inflessione nel tono di voce. Insomma, poteva benissimo mostrarsi offeso per quella parolina, per essere solo lo ‘scarto’ di un’accurata ricerca in tutta la comitiva. Poteva prenderla in giro, poteva fare ironia, poteva vendicarsi in qualche modo malefico. E invece rimase momentaneamente neutrale, aspettando di capire come avrebbe reagito la fotografa.
    Nel frattempo, ci fu un’intervista ‘di gruppo’. Lui, sentendosi interpellato, fece diversi gesti per indicare a turno i colleghi. - Siamo programmatori… Qualcuno dalle risorse umane. Reparto vendite. Assistente - elencò brevemente i loro ruoli, mentre i suoi colleghi man mano chinavano la testa per confermare o ripresentarsi all’avvenente fotografa. - Nulla di elettrizzante quanto il tuo lavoro - aggiunse a mezza voce poco dopo, solo per lei, un mezzo sorriso già pronto sulle labbra. Beh, il banchetto non era stato male. Ora non rimaneva che aspettare le mosse degli sposi… e sperare che i discorsi non fossero troppo lunghi e noiosi.

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    Quel Gabriel mi intrigava parecchio. Usava le persone senza curarsi troppo della sua azione, inoltre era palese che gli importasse ben poco di ciò che si pensava di lui. In qualche modo, era come se fosse la mia versione maschile, solo con qualche differenza che lo rendeva maggiormente affascinante. Ovviamente non mi trattenni dal dire qualcosa, era nel mio DNA dire sempre ciò che pensavo e poi diciamocelo, quel giochetto tra noi era divertente come pochi altri. Il suo sguardo parlò per lui, ah si sarebbe stata una giornata alquanto divertente e fruttifera, me lo sentivo.
    Parlammo poi di pause. Nello specifico se avessi dovuto fare foto tutto il tempo oppure se avessi potuto anche ballare. Sentendo le sue parole sorrisi maliziosamente a mia volta Capisco. Beh, potrei dissi, senza sbilanciarmi troppo, anche se si, gli avrei concesso un ballo. Lo lasciai comunque con un parziale dubbio, visto che quella era la mia intenzione e decisi di valutare il livello di intrattenimento insito negli altri commensali al nostro tavolo. Purtroppo la cosa fu molto spiacevole, anche se non mi dispiaceva poi molto, oltre la ragazza fidanzata ero l'unica donna a quel tavolo, ciò mi dava più chances di rubare Gabriel qualora i miei servigi da fotografa fossero terminati. Nonostante amassi gli uomini, amavo anche il mio lavoro, pertanto sino a che non fosse terminato quest ultimo, avrei continuato a giocare con Gabriel, cosa non facile da mandare avanti, ma nemmeno impossibile.
    Non ascoltai le parole della coppietta, anche se poteva sembrare fossi attenta, ero brava anche in questo. Mi rivolsi invece al mio vicino di sedia, confessandogli la mia scoperta. Ti sei forse offeso? Insomma, una delle molte parole ironiche che ho enunciato e non la cogli? domandai guardandolo dritto negli occhi, cosa facilitata dal fatto che eravamo seduti. Per mettere in chiaro, sono soddisfatta che tu sia la persona più interessante della tavolata gli dissi quindi. Se c'era una cosa che odiavo erano le incomprensioni, sarà perchè i miei genitori non capivano il mio stile di vita, chissà.
    Feci poi una domanda generale, ascoltando la voce di Gabriel e non prestando molta attenzione a chi "rispondeva" Ho il sentore che tu sia nel campo informatico osservai quindi, scrutandolo leggermente. In effetti fare la fotografa, porta qualche cosa interessante esclamai, regalandogli uno dei miei rari sorrisi genuini. E si, in qualche modo Lui era una cosa interessante, ok una persona, ma il succo era che mi piaceva come persona, cosa strana. Finita la prima parte del banchetto, in attesa dello spazio per il dolce, vidi un segno dalla sposa Vogliate scusarmi, il lavoro chiama. Gabriel credo che lo sposo abbia qualcosa da dirti.. osservai, vedendo altri gesti. Mi alzai, dunque, recuperando la mia attrezzatura. Speravo che Gabriel mi seguisse, dovevamo entrambi allontanarci da quel tavolo.Era una noia mortale, se non fosse stato che noi due eravamo fantastici..
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    Scusa l'attesa!! <3
     
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