I will stay... fall

Haniko & Sophie

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    Haniko Kurosaki
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    Ferie. Dopo il lavoro estenuante di Natale, Capodanno e Primo dell'anno, ero finalmente andata in ferie. In realtà non ero realmente "andata" visto che non mi ero spostata di nemmeno un metro, essendo rimasta a Monaco, ma ehi era una gran bella città e poi avevo deciso che avrei imparato a pattinare su ghiaccio. Si perchè bisogna sapere che spesso le mie amiche ci andavano ed io rifiutavo sempre, in teoria per altro da fare, in pratica perchè non sapevano che non riuscivo neppure a stare in piedi sui pattini, o quasi insomma, e di fare una figuraccia con loro non mi andava.
    Sapendo che erano tutte fuori città, quindi, avevo deciso che era arrivato il momento. Indossai un abbigliamento semplice, composto da jeans e felpa, con tanto di cappotto calduccio. Arrivata a destinazione presi dei pattini e legai anche i capelli in una coda di cavallo. Indossare quei cosi non fu difficile, ma ora dovevo entrare in pista. Ebbene, come prima cosa raggiunsi lo sportello d'entrata, e fin lì non ci furono problemi, anzi erano anche piuttosto comodi a dirla tutta. Tenendomi alla balaustra feci un passo sul ghiaccio, anche se per poco non mi ammazzai e mi ritrovai aggrappata al parapetto. Feci un respiro profondo, quindi osservai gli altri e cominciai, un passetto alla volta, a provare. Pian piano stavo raggiungendo il centro della pista e sorrisi tra me e me. Ok, avere un istruttore sarebbe stato più facile, tipo quel tipo tanto carino che speravo non arrivasse, seriamente..
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    Sophie Wendel
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    Si era aggregata alla sorella e a un paio di sue amiche per andare a pattinare sul ghiaccio. Preferiva sicuramente avere i piedi ben saldi a terra e usarli per rincorrere una palla su un campo da tennis, ma anche il pattinaggio era divertente. Solo che questo divertimento se lo concedeva di rado, tipo una volta all’anno, e non necessariamente tutti tutti gli anni. Di conseguenza, non era proprio ferratissima, anzi era alquanto arrugginita, e doveva stare attenta a non investire le altre persone. Però, in generale, le bastava fare un paio di tentennanti giri di rodaggio per riprendere la giusta sicurezza. Le amiche di Hilda erano totalmente negate, e rimasero incollate alla balaustra, Hilda invece era la più brava del gruppetto. Le abbandonò per farsi un giro di ‘sgranchimento’, poi tornò a fare commentini maliziosi su questo o quel ragazzo che aveva incrociato. Le amiche, però, erano ben decise e non staccarsi dalla balaustra, e a limitarsi ad ammirare da lontano, così si portò Sophie per un altro giro. La sorellina minore partì lentamente, perché non le sembrava il caso di cadere e diventare un’enorme palla di ghiaccio che investiva le persone, e dopo un solo, pericoloso sbandamento, sembrava aver già ritrovato il suo ritmo interiore. Tornò sorridente insieme a Hilda, poi abbandonò le tre ragazze per ritentare la fortuna da sola. Il suo errore fatale fu di pensare che al terzo giro aveva ormai ritrovato tutta la sua sicurezza, perché nella distrazione di guardare verso le altre non si era minimamente accorta della ragazza che si stava avvicinando lentamente verso il centro in cui si trovava lei, e lei si era appena data quella spinta di troppo. Uhm, com’era che si frenava? In quel momento di panico proprio non lo ricordava, e con un verso di sgomento iniziò col mettere le mani davanti, in modo da non travolgere la ragazza con tutto il suo corpo. Magari sarebbero semplicemente rimbalzate l’una contro l’altra… forse.

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    Haniko Kurosaki
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    Era divertente pattinare, davvero. Se solo fossi riuscita a non ammazzare nessuno sarebbe anche stato fantastico, davvero. Per mia fortuna l'istruttore carino sembrava non essere in vista, anche se diciamolo, cadergli accidentalmente addosso sarebbe stato un bel modo per parlarci. Di norma non avevo problemi a parlare con le persone, ma con lui sembrava che diventassi scema tutto su un colpo, e non riuscivo quasi a dirgli ciao. Tornando a noi, ecco che ero riuscita a stare in piedi e fare con moolta calma qualche "passo" verso il centro della pista. Sapevo che non dovevo guardarmi i piedi, ma di tanto in tanto mi veniva spontaneo, come per controllare di starmi muovendo nel modo giusto.
    Avrei dovuto perdere quel vizio. Infatti in uno di quei momenti, non mi accorsi della ragazza dai rossi capelli in avvicinamento veloce. E.. beh, fui investita, letteralmente. Personalmente caddi a terra finenendo col sedere sul ghiaccio e ridendo. Si, perchè erano sempre comiche, poi mi sollevai così da controllare Stai bene? domandai quindi rivolgendomi ovviamente alla ragazza, appena l'ebbi individuata. Almeno non ero l'unica negata no? Chissà magari saremmo pure diventate amiche! Amavo fare nove conoscenze. Ma la cosa primaria, al momento, era accertarmi che non si fosse fatta male o come minimo, le avrei offerto la cena a vita..
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    Sophie Wendel
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    Non aveva mai travolto nessuno prima d’allora. Certo, nei primi tempi aveva scaraventato qualche pallina da tennis dritto in fronte ai suoi avversarsi, ma capitombolare su qualcuno mentre pattinava era nuovo, per lei. In genere si aggrappava a Hilda, o comunque riusciva ad arrivare alla balaustra. Una volta sola era caduta sulle ginocchia, quand’era ancora una bambina, ma non si era tirata nessuno con sé. E invece in quel frangente non c’erano vie di scampo. Andava troppo veloce, e si accorse con troppo poco preavviso della ragazza proprio davanti a sé. E fu prevedibilmente disastro. Come una mentecatta mise le mani davanti a sé, ma effettivamente questo riuscì almeno a non farla cadere sulla ragazza. Al contrario, si scatafasciò anche lei a terra, ma nella direzione opposta alla sua. Così, caddero in modo simmetrico, di sedere, con un graziosissimo doppio tonfo. Ma che bella figura. Ora sì che aveva attirato l’attenzione di tutti i ragazzi carini precedentemente intercettati da Hilda. L’imbarazzo, comunque, non era in pole position nell’esternazione delle sue emozioni attuali. Prima di tutto, c’era il dolore per il didietro. Aveva attutito l’impatto con le mani, ma la caduta c’era stata. In più, il jeans e parte della camicia rossa a quadri si erano bagnati sul ghiaccio. Il giubbino, almeno, era intatto, e con quello forse poteva nascondere i danni. In secondo luogo, era terrorizzata. Aveva demolito una ragazza. Aveva fatto strike. Bingo. Tutti i punti. E temeva fortemente di averle fatto male. Però, prima ancora di alzarsi, la sentì ridacchiare – o almeno così le parve. Buon segno? Con gli occhi stralunati, si guardò intorno e si tastò con eleganza il sedere, per vedere se lo sentiva ancora. - Tutto bene - rispose, più meccanicamente che con sincerità. - A te? - ricambiò subito, con voce appena trepidante. - Oh, mi dispiace tantissimo! Scusami - partì a quel punto, con gli occhioni ancora spalancati. Puntualmente, Hilda venne in suo soccorso. - Tutto bene, campionessa? - le chiese, sforzandosi di non riderle in faccia. Almeno le tese una mano senza prenderla ulteriormente in giro, così poté finalmente appurare che il sedere e le braccia erano tutte intere, e che riusciva a stare tranquillamente sui suoi piedi. - Ha, ha. Solo un piccolo incidente di percorso. Colpa mia - rispose alla sorella, sorridendo poi alla ragazza e tendendole una mano per aiutarla. Confidava che non ci fosse risentimento. Poi, sinceramente, approvava l’idea di prenderla sul ridere. Così l’imbarazzo sarebbe scemato più in fretta e non avrebbe più sentito l’impulso di aprirsi un buco nel sottile strato di ghiaccio. Tanto non ci sarebbe entrata comunque. - Almeno ci siamo guadagnate una buona fetta di pista. Ora la gente ci starà alla larga - tentò una battuta, ampliando di poco il sorriso, mentre Hilda tornava dalle amiche. Prima di tutto, doveva assicurarsi che la ragazza non volesse riscaraventarla a terra.

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    Era una cosa che poteva capitare, quando si davano i pattini a chiunque. Però davvero, fu strano come incidente di pattinaggio. Almeno la ragazza dai rossi capelli aveva avuto la brillante idea di limitare i danni. Ci ritrovammo quindi sedute a terra, più o meno l'una di fronte all'altra ed io che ridevo come una scema. Davvero, per fortuna non c'era quell'istruttore o sarei davvero morta di imbarazzo estremo. Fatto sta che non mi mossi, chiedendole invece se si fosse fatta male. Sorrisi sentendo la sua risposta, quindi mi assicurai delle mie di condizioni e non c'era nulla di rotto.
    Anch'io, al massimo non potrò sedermi per un po' esclamai con tanto di occhiolino visto che alla fine non mi ero fatta così male. Tranquilla, io dovrei imparare a non andare al centro della pista.. esclamai dispiaciuta, eravamo in colpa entrambe se vogliamo. Intanto fummo raggiunte da una ragazza i cui tratti somigliavano a quelli della mia interlocutrice, che fossero sorelle? Non importava, al momento dovevo capire come alzarmi senza ammazzarmi. E fu allora che vidi la mano della ragazza Grazie esclamai sorridendo, accettando il suo aiuto ed alzandomi.
    Quindi ecco che mi spolverai leggermente i pantaloni, sentendo quanto diceva la ragazza Questo è vero convenni ridacchiando, porgendole la mano, mentre speravo di non cadere di nuovo Haniko mi presentai quindi sorridendo smagliante. A quanto avevo visto quella ragazza un po' sapeva pattinare, quindi al limite avrebbe potuto accompagnarmi fuori dalla pista no? E poi era il minimo conoscere qualcuno con cui si era caduti, no?
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    Sophie Wendel
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    Grazie al cielo, anche la sua compagna di sventure aveva preso bene la caduta. Sentì la sua battuta e subito si rilassò, abbozzando un sorriso più marcato. - Non me ne parlare - mormorò piano, ma con complicità. Già si immaginava col cuscino piazzato sotto il sedere. Poi, però, la ragazza si rimproverò per essersi allontanata dalla balaustra. - Non potevi sapere che una squilibrata si stava avvicinando senza guardare. È sicuramente colpa mia - insistette, ma solo una volta, con espressione di nuovo increspata dal dispiacere. Durò poco comunque, perché ormai quel che era fatto era fatto. Lei di sicuro non si sarebbe distratta mai più. Osservò la ragazza brevemente, valutando quello che aveva appreso di lei in così poco tempo. Era il suo ‘mestiere’, no? - Hai fatto bene a prendere coraggio e allontanarti anche se non sei pratica - le disse il suo parere, mostrandole un sorriso incoraggiante. - Spero che non perderai l’iniziativa solo per colpa di una sbadata come me - confessò. Il che era anche particolare, visto che lei di rado si comportava come una sbadata. Ma poteva capitare a tutti, no? Lei non era immune dalle distrazioni, evidentemente. Avrebbe dovuto ricordarselo per il futuro. Hilda la aiutò ad alzarsi, e dopo essersi assicurata che entrambe stessero bene le lasciò di nuovo sole. A quel punto fu lei ad aiutare la ragazza, e finalmente ritrovarono una posizione normale.
    A quel punto non mancavano che le presentazioni. - Sophie - rispose semplicemente con un sorriso gentile. Le piaceva il fatto che sembrava già tutto chiarito. A quel punto si guardò intorno, riprendendo a riflettere. - Allora, torniamo indietro? - propose, indicando chiaramente un punto libero e spazioso della balaustra. A quanto aveva capito, Haniko non era una professionista, e lei di sicuro si era un attimo intimorita. Forse era il caso che per quel giorno non facessero ulteriori danni.

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    Haniko Kurosaki
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    Ero una persona davvero scema, o meglio, non molto coordinata quando si trattava di stare su dei pattini. Anche i tacchi a spillo da diciotto.. anzi dai dieci centimetri in su mi procuravano non pochi problemi e infatti mi chiedevo quanto lavoro avesse il mio angelo custode visto che non mi ero ancora ammazzata. Nè avevo ammazzato terzi ovviamente. Fatto sta che risposi alla rossa sorridendo divertita e, alla sua risposta, risi ancora un pochino. Davvero era un incontro comico, ma proprio per questo fantastico a detta mia.
    Tu sarai una squilibrata, ma io non so pattinare, sono arrivata qui per miracolo le spiegai divertita, quindi si, avevamo un cinquanta per cento di colpa a testa. Sentendo poi le sue parole sorrisi Coraggiosa o incauta? Il passo è breve dissi tranquillamente, in fondo avevo messo a rischio delle persone. Oh no, voglio imparare a pattinare la rassicurai poi. Che poi in primis fosse per colpa di un istruttore dannatamente affascinante era un altro paio di maniche, ma comunque era un'attività che mi ispirava. Quindi si avvicinò una ragazza che aiutò la rossa. Le osservai un momento ed avevano una certa somiglianza, che fossero sorelle?
    Quindi la rossa aiutò me per mia fortuna ed allora mi presentai sorridendo Piacere Sophie, grazie dell'aiuto dissi quindi, poco prima di sentire la sua domanda Idea approvata, ti offro una cioccolata calda, ti va? proposi quindi, mentre cominciavo a fare un mezzo passo, come minimo saremmo arrivate l'indomani, ma meglio tardi e intere che in fretta e a pezzi, no? Comunque ammetto che speravo in un aiutino anche minimo, giusto per velocizzare almeno di un po' l'andatura Vieni spesso qui? le domandai quindi curiosa, giusto perchè non amavo molto i silenzi insomma..
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    Sophie Wendel
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    Lo scontro tragicomico tra lei e la povera travolta fortunatamente puntò più sul comico che sul tragico. La ragazza si prestò fin da subito a sdrammatizzare, e anche con una sincerità e una spontaneità che la fecero tornare quasi subito a suo agio. Beh, se si fossero incrociate ancora in futuro e avessero continuato la conoscenza, avrebbero potuto dire che il loro era stato un bel primo incontro. Sorrise, ma scosse la testa in risposta alle parole della ragazza. - È così che si impara a pattinare. Hai fatto quello che andava fatto - rincarò, più che sicura che bisognava fare tentativi del genere. Ma era pronta a liquidare la faccenda con una scrollata di spalle e un altro sorriso. - Diciamo che entrambe abbiamo sicuramente imparato a fare più attenzione, e questo giocherà a nostro vantaggio - concluse, trasformando quel pietoso scontro in una massima di vita. Non male, no? Stava proprio traendo dei frutti dai suoi studi, sì sì.
    Quando tornarono in equilibrio sui piedi e sui pattini, si presentarono. - Il piacere è mio - ribadì con gentilezza, ora soltanto contenta di avere qualcuno con cui parlare. E magari desiderosa di non inciampare di nuovo, prima di tornare al sicuro al di fuori della pista. Anche l’idea di Haniko non era affatto male, quindi alzò le sopracciglia con aria di approvazione e annuì. - Ah, direi di sì. E io ti offro una fetta di qualcosa di buono vicino. Andata? - le chiese a sua volta, decisa a fare le cose per bene. Dopotutto l’aveva travolta lei, no? Doveva farsi ‘perdonare’, per modo di dire. Haniko iniziò a muoversi con lentezza, e per un attimo fu indecisa sul da farsi. Sperava di non offenderla, ma le tese lievemente il braccio, nel caso in cui avesse avuto bisogno di un appoggio. Lei si adeguò al suo passo, sorridendole con fare incoraggiante e rassicurante. Le veniva bene, e naturale. Poi si distrasse per quella domanda. - Mmmmmh, in realtà non proprio. Ci sono venuta un paio di volte l’anno scorso, quando ho scoperto il posto. Ma è la prima volta che ci vengo quest’anno - spiegò, osservando distrattamente la sorella e le amiche e salutandole con la mano, in modo da far sapere che lei stava uscendo dalla pista. - Tu invece? - chiese a quel punto, curiosa di capire se Haniko avesse iniziato a pattinare davvero da così poco.

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    Haniko Kurosaki
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    Era una fortuna che prendessi certe cose sul ridere. Davvero conoscevo persone che ne avrebbero fatta una tragedia, assurdo per cose che alla fine, erano davvero da ridere. Ok, se qualcuno si faceva male non era divertente, ma in quel caso entrambe eravamo indenni, magari con una botta sul sedere, ma stavamo bene. E poi, così, avevo incontrato una ragazza che so sarebbe rivelata pure simpatica, cosa potevo volere di più?
    Sentendo le sue parole, su come si imparava a pattinare, sorrisi Cosa si fa, per fare colpo.. esclamai quieta. Beh, si sostanzialmente volevo fare colpo, su un ragazzo, che non era presente quel giorno, ma poteva sempre arrivare, non si poteva mai sapere. Poco dopo aggiunse alcune parole e, sentendo quel che disse, sorrisi Hai ragione esclamai divertita, ma davvero, era una cosa reale.
    Poco dopo, una volta che fummo entrambe nuovamente in posizione eretta, non rimase altro da fare che presentarci e le sorrisi contenta. Le proposi di prenderci qualcosa da bere, uscendo così dalla pista pericolosa e, sentendo la sua replica, mi si illuminarono gli occhi Accetto, decisamente esclamai con un gran sorriso, per poi farmi aiutare a fare i passetti, così da uscire dalla pista. Quando mi tese il braccio, mi appesi, quasi a koala Grazie dissi nel mentre e così approfittai anche per sapere qualcosa in più. Nello specifico se ci andava spesso e sorrisi Beh, magari prima o poi verrai più spesso o con una persona speciale. Hai una persona speciale nella tua vita? chiesi e si, tendevo a farmi qualche fatto altrui, specie in quel periodo ero attirata dalle storie romantiche, stavo male probabilmente. Io. . son le prime volte che vengo, prima guardavo solo, fino a che non ho preso una cotta.. affermai. Ero una stupida, lo so, ma che potevo farci?
    Ed ecco che arrivammo al bordo, ed all’uscita, quindi, una volta fuori, mi sedetti sulla panca, fortuna eravamo vicino alle mie scarpe, e lì mi cambiai subito Ora sarò molto più sicura esclamai soddisfatta, sorridendole e rialzandomi, pronta a seguirla.
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    Sophie Wendel
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    Presto dimenticato, davvero. Ora sia lei che la ragazza avevano un aneddoto in più da raccontare, se proprio ci tenevano a essere prese in giro, ecco. Insomma, tutto tranquillo. Tornate in equilibrio sui loro pattini, rimasero per un po’ lì a scusarsi per la svista e ad assumersi la colpa a vicenda. In quel modo venne fuori che Haniko stava cercando di imparare a pattinare per… fare colpo su qualcuno. Chi? Qualcuno dei presenti? Un amico a cui voleva dimostrare che sapeva reggersi da sola sui pattini? Non ne aveva idea, ma la confessione uscita dal nulla la colse impreparata e imbarazzò un poco. Nulla di grave, solo impreparazione dovuta al momento. Nel dubbio, quindi, si limitò a sorridere con tranquillità, rimanendo placidamente sulle sue. In ogni modo era contenta che le cose, almeno tra lei e la ragazza, fossero definitivamente risolte.
    Si misero persino d’accordo per mangiucchiare e sorseggiare qualcosina insieme. Così almeno si liberavano dei letalissimi pattini. Solo che Haniko rischiò di mandarla di nuovo a gambe all’aria, con quelle domande improvvise e inaspettate. Ma, da brava ragazza quale era, si ‘limitò’ ad arrossire vagamente per il fatto di essere stata colta due volte alla sprovvista nel giro di poco tempo. Passato l’impatto, stavolta superò il piccolo momento di imbarazzo. - Ecco, no… non ancora - farfugliò incespicando davvero poco – ma che brava – e corrugando le sopracciglia verso la fine, evidentemente non capendo nemmeno lei il senso di quel ‘non ancora’. Manco avesse una clessidra che le indicava che entro pochissimo avrebbe portato qualche poveretto a pattinare e capitombolare insieme a lei (non che poi l’idea la disgustasse).
    Alla fine, comunque, la curiosità iniziò a fare capolino, e alla seconda allusione di Haniko si fece trovare pronta. - Hai preso una cotta per qualche pattinatore? - domandò con un sorriso di complicità, superando egregiamente l’imbarazzo. Poi uscirono dalla pista, si liberarono finalmente dei pattini e si avviarono verso il loro spuntino. Annuì e ridacchiò piano in risposta all’affermazione della ragazza. - Anche io sono più sicura così. Speriamo, comunque, che la sfortuna non ci perseguiti! - scherzò, visto che comunque non era impossibile finire addosso a qualcuno anche senza pattini. Si sperava non fosse il loro caso, comunque. - Allora, che vorresti accanto alla cioccolata calda? - le domandò, ora che erano vicine alla meta e il suo stomaco iniziava a interessarsi mooolto allo spuntino.



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    Ero convinta di aver risposto anche a questa, pardon T__T
     
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    Era uno dei modi più belli che esistevano per poter incontrare qualcuno, davvero. Una cosa divertente da cui poteva nascere un'amicizia splendida e ci speravo, lo ammetto. Col suo aiuto mi rimisi su due piedi, anche se la mia stabilità non era il massimo, e da ciò sci si chiedeva come facessi a sfilare, beh me lo chiedevo pure io. Dopo esserci scusate a vicenda per un po' di volte, Non impiegai nemmeno molto a spiegare come mai cercavo di imparare a pattinare.
    Volevo fare colpo, ma al momento, l'unica cosa che potevo fare, era far prendere un colpo a qualcuno, rischiando di ammazzarmi o simili. Non che mi sarebbe dispiaciuto venire soccorsa da Lui. Sorrisi a Sophie, smagliante e poi decidemmo anche di mangiare qualcosa e levare i due pericoli pubblici dalla pista, almeno per un po'. Mentre uscivamo dalla pista, le domandai se avesse una persona speciale nella sua vita e, vedendola arrossire, sorrisi. Era tenerissima! Non ancora, ma c'è qualcuno che ti piace? Scusa, so che ci conosciamo appena.. dissi velocemente, ma mi sentivo di conoscerla da molto più tempo, mi ispirava molta calma, familiarità e diventavo curiosa, era più forte di me. Sembrò comunque farsi curiosa e, alla sua domanda, la osservai Un istruttore, a dire il vero confessai candidamente Ma oggi non lavora aggiunsi quindi quieta, ma già tra le nuvole al solo pensare a lui, che idiota vero?
    Uscimmo dalla pista, ci liberammo dei pattini tornando quindi con calzature più comode e sicure. Bene affermai sorridendo, prima di annuire alle parole seguenti Speriamo davvero, o potrebbe essere la volta buona che cerco un esorcista dissi divertita, prima di sentire quanto aggiunse Biscotti, direi che sono la cosa ideale per accompagnare la cioccolata calda, cosa dici? le domandai quindi, mentre recuperavo la borsa così da poterci avviare con calma..
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    Rick Blaine avrebbe potuto dire che quello era l’inizio di una lunga amicizia, e chissà se avrebbe avuto ragione. A pelle, la ragazza con cui era capitombolata in mezzo a tante persone al centro di una pista di pattinaggio le piaceva molto. Magari avrebbero davvero trovato una sintonia tra di loro, chissà.
    L’inizio della loro conversazione, in realtà, mostrò che non si rispecchiavano proprio in tutto, nel carattere. Haniko iniziò fin da subito ad aprirsi e a fare allusioni ben precise a pattinatori misteriosi e sotterfugi per farsi notare. Sophie invece era una ragazza più riservata, e per un attimo si trovò impreparata davanti alla situazione. Ma il disagio durò ben poco, perché Haniko era troppo solare e allegra per mettere qualcuno in difficoltà… o almeno così credeva. Quando toccò a lei parlare di spasimanti e spasimati, tornò a sembrare un pesce fuor d’acqua. Al punto che si inceppò leggermente con le parole, e Haniko non le diede scampo. Trovò subito quella sua minima incertezza e la utilizzò. Ma con lei non era così facile. Non avrebbe scelto psicologia se si fosse capita così bene. - Non lo so - rispose molto brevemente, per evitare di dire un’altra parola di troppo che potesse riportarla allo scoperto. Naturalmente arrossì ancora una volta – doveva studiare qualche metodo per regolare l’affluenza di sangue impazzito – ma quando sentì la precisazione di Haniko si sciolse in un sorriso più tranquillo e comprensivo. Non era un problema per lei se la ragazza le faceva subito un sacco di domande. Sperava non fosse un problema per Haniko, invece, se lei non era proprio un’esperta nel rispondere.
    Fece quasi una risatina quando scoprì che la ragazza aveva preso una cotta per l’istruttore. Chiaramente non era una risata di derisione, tutt’altro. La storia si faceva interessante, e le faceva capire moooolte cose. - Ah, adesso si spiega tutto! - scherzò vivacemente. - Beh, rimane comunque una fortuna che ti piaccia un istruttore. Prima o poi lo troverai e potrai avvicinarti con una scusa ragionevolissima - considerò saggiamente, annuendo in modo plateale. L’idea la divertiva, ma la incuriosiva anche. Chissà come doveva essere, avere una cotta per un istruttore. - Di sicuro ora capisco la tua voglia di imparare a pattinare - scherzò ancora, tornando a ridere piano. Non c’era niente di misterioso, ora, nella tenacia di Haniko. Era più che giustificata. Certo, lei forse non sarebbe stata così intraprendente, ma ammirava davvero la scelta della ragazza.
    Poco dopo uscirono dalla pista maledetta per andare a prendere qualcosa di buono da mangiare. Ridacchiò piano sentendo dell’esorcismo, poi però si fece leggermente più seria. - La sfortuna è una tua compagna d’avventura? - chiese, deducendo a quel punto che Haniko ci avesse spesso a che fare. Poi annuì con fare di approvazione. - Direi che i biscotti sono perfetti! - esclamò senza obiezione alcuna. Presero posto e ordinarono, e durante l’attesa Sophie tornò a guardare la ragazza. Pensava fosse più grande di lei, ma non sapeva dire di quanto. - Allora, sei una studentessa? - chiese a quel punto, in modo da farsi un’idea più precisa.


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    Era una persona simpatica, o almeno lo sembrava. Ne ero contenta visto che, tra una cosa e l'altra no avevo una grande quantità di amicizie anche se adoravo fare conoscenza. Speravo che fosse il principio per una bellissima amicizia, ma solo il tempo ce lo avrebbe detto.
    Fu chiaro subito che eravamo un po'gli opposti. Io parlavo facilmente di me e di quel che mi riguardava, ma lei era più riservata. La cosa mi piaceva mi sarebbe piaciuto avere un'amica come lei, davvero. Dissi tranquillamente il motivo della mia presenza lì e, senza volerlo, notai di averla messa a disagio Scusa.. dissi solamente, dopo che mi rispose e feci una domanda di troppo. La sua risposta fu molto vaga, quindi sorrisi e lasciai passare, non era affare mio.
    Mi scusai per la quantità di domande, e così passammo ad altro nella nostra conversazione e le confessai per chi avevo la cotta. Alle sue parole sorrisi Non mi noterà mai, temo dissi quindi, sospirando anche se certo non mi arrendevo per una supposizione. Le sorrisi Staremo a vedere come andrà a finire dissi solamente mentre andavamo verso il bar.
    Nelle questioni di cuore si, mi innamoro o prendo cotte per chi non ricambia o sparisce.. insomma non esattamente una fortuna vi pare? Intanto le proposi di prenderci anche dei biscotti e, alla sua risposta, sorrisi.
    Ci sedemmo tranquillamente, e sentii la sua domanda Potrei, ma no. Sono una cuoca e, quando capita, modella dissi sorridendole Tu studi? Se si, cosa? domandai osservandola. Mentre la guardavo, però, mi bloccai un secondo, per poi spingermi leggermente verso SophieSe vuoi vedere l'istruttore è quello al bancone con la giacca bordeaux la informai ed io dovevo pure cercare di non farmi vedere perché sennò avrei perso il dono della parola di punto in bianco..
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